Nel Carmelo di Ho Chi Minh City

Nel Carmelo di Ho Chi Minh City

Il monastero dell’ex Saigon, fondato nel 1861 dalle suore di Lisieux e sopravvissuto a tante persecuzioni, resta un luogo che attrae chi ha sete di pienezza anche nel nuovo Vietnam proiettato sui mercati globali

 

«Papa Francesco dice: “Quando i giovani e gli anziani insieme si aprono allo Spirito Santo creano una combinazione meravigliosa”. Anche qui a Ho Chi Minh City viviamo insieme questa esperienza nella vocazione carmelitana, guardando al futuro con fede nell’azione dello Spirito Santo che si rinnova costantemente».
Dal suo monastero nel cuore del Vietnam a segnalare le ragioni di questo ottimismo è suor Benedicta, portavoce del Carmelo che si trova nel centro della città che conoscevamo come Saigon ed è storicamente il cuore della presenza carmelitana nel Paese. Un’esperienza antica, segnata anche da tante ferite: «Si può dire che il monastero delle Carmelitane scalze di Ho Chi Minh City sia nato dalla persecuzione», commenta la religiosa vietnamita. Ma quella di queste suore è soprattutto la storia di una presenza che continua ad attrarre tante giovani anche nel Vietnam di oggi. Come testimoniano le numerose vocazioni locali che continuano a fiorire.

Suor Benedicta, come si è sviluppata la presenza carmelitana in Vietnam?
«Tutto nacque da una doppia richiesta di monsignor Dominique Lefèbvre, missionario francese e dal 1835 vicario apostolico nell’attuale Vietnam meridionale. Originario di Lisieux, sacerdote delle Missions Etrangères de Paris (Mep) entrato clandestinamente nel Paese quando ancora la presenza dei missionari cristiani era vietata, già dal carcere in cui era stato rinchiuso aveva espresso il desiderio di poter veder nascere in quella terra un Carmelo. Nel 1849, dopo la sua liberazione, aveva poi rinnovato il suo invito alle carmelitane di Lisieux. A questa seconda richiesta rispose positivamente l’allora priora madre Ginevra di Santa Teresa: così nell’ottobre 1860 un gruppo di suore francesi e vietnamite arrivò a Nha Trang su invito del vescovo Marcel Piquet Loi. Quattro di loro nel 1861 fondarono a Saigon il primo monastero carmelitano aprendo la via alla nascita di decine di altri monasteri in Vietnam e in tutta l’Asia».

Pochi anni dopo santa Teresa del Bambin Gesù sarebbe entrata proprio nel Carmelo di Lisieux…
«Sì. E la nostra storia ha un momento focale nel 2 settembre 1897, quando a meno di un mese dalla sua morte, alle parole di una consorella che le segnalava il desiderio del Carmelo di Saigon di accoglierla in visita, santa Teresa del Bambin Gesù rispose: “Ci andrò, ci andrò un giorno”. Per noi questa è una promessa che si concretizza quotidianamente, quando il suo esempio di santità ispira tante giovani vietnamite a donare la vita al servizio di Dio e dell’umanità».

Poi sono arrivati gli anni difficili della guerra del Vietnam.
«Dopo la vittoria dei comunisti nella guerra nel 1975 tutte le suore francesi dovettero lasciare il monastero. Ma nonostante le difficoltà oggi sono otto i centri carmelitani, con 260 religiose».

Quali tratti salienti della spiritualità carmelitana si possono applicare alla realtà vietnamita di oggi?
«In Vietnam e ancora di più in una città vibrante di iniziative come è Ho Chi Minh City, il desiderio di potere, l’ossessione per la ricchezza e il consumismo stanno diventando predominanti. Eppure, in fondo al cuore degli uomini esiste sempre una sete di felicità che invita a guardare al Cielo e a cercare l’Assoluto in solitudine. Tutti sanno che la nostra è una vita di preghiera e di unione con Dio nel perimetro del chiostro. Per questo ci contattano sia telefonicamente, sia attraverso e-mail e lettere per chiedere la nostra intercessione. Molti vengono a condividere con noi i loro bisogni, problemi, preoccupazioni, prove nella quotidianità, malattie o altri aspetti della vita; ci chiedono di inserire le loro intenzioni nelle nostre preghiere quotidiane. Le porte del nostro convento sono sempre aperte a chi cerca il silenzio per momenti di preghiera o per brevi ritiri spirituali. Inoltre la Messa quotidiana è sempre aperta ai laici, con il sacramento della Riconciliazione disponibile nei fine settimana. Per tutto questo e anche per la sua storia il monastero accoglie un gran numero di pellegrini da altre diocesi e anche dall’estero».

Chi sono le giovani che chiedono di entrare nella vostra comunità?
«Il nostro è stato il primo monastero carmelitano a essere fondato nel Sud-est asiatico e si è evoluto fino a oggi secondo le dinamiche suggerite dai tempi e dalle situazioni di una metropoli come Ho Chi Minh City. Anche per questo arrivano molte giovani vocazioni da ogni parte del Paese e si moltiplicano le richieste di condividere la nostra esperienza. Su invito del vescovo locale, abbiamo stabilito un nuovo monastero nella diocesi di Kuntum, tra le minoranze etniche, che ora ospita 17 sorelle in vista del riconoscimento canonico. Inoltre su richiesta della diocesi di Phan Thiet abbiamo in corso la costruzione in loco di un altro monastero. Anche per questo attualmente abbiamo nel carmelo di Ho Chi Minh City 45 religiose di varia età, di cui 26 che hanno già compiuto la professione solenne e le altre in vari stadi di formazione».

Quali sono i vostri rapporti con le autorità?
«Per la nostra vocazione, i contatti con il mondo esterno sono limitati, ma abbiamo rapporti con il governo locale e con l’amministrazione di Ho Chi Minh City. Godiamo di condizioni di favore in occasione di celebrazioni di particolare rilievo. A volte riceviamo la visita di rappresentanti di varie agenzie governative che collaborano con la nostra comunità in modo aperto e sincero facendoci sentire che siamo davvero parte della società e che godiamo della stima delle autorità». MM

 

ABBONA UN MONASTERO

Il 21 novembre la Chiesa celebra la Giornata pro orantibus, dedicata alle monache di clausura, presenza molto vicina ai missionari nella preghiera e nell’amicizia anche a migliaia di chilometri di distanza. A questo guarda anche l’iniziativa “Abbona un monastero” portata avanti da Mondo e Mis­sione: grazie alla generosità dei lettori ogni mese la rivista è inviata gratuitamente ad alcune comunità monastiche, ma altre attendono. Se vuoi aiutarci puoi contribuire con un’offerta libera sul ccp n.39­20­8202 o con le altre modalità di donazione alla Fondazione Pime (vedi pag. 26) indicando la causale “Abbona un monastero I-008”.