Il Papa ai movimenti popolari: «Liberiamoci dalla frusta della paura»

Il Papa ai movimenti popolari: «Liberiamoci dalla frusta della paura»

Il terrorismo del denaro, le paure alimentate per perpetuare le diseguaglianze, la tentazione di incasellare i poveri senza rifondare la politica: è un nuovo discorso fortissimo quello pronunciato stasera dal Papa in Vaticano al II Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari. Dieci citazioni dei passaggi più importanti

 

Questo pomeriggio papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al Terzo Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, promnunciando un discorso molto forte sulla politica e i poveri nel mondo di oggi. Qui di seguito dieci passaggi chiave del suo intervento.

«Oggi c’è un terrorismo di base che deriva dal controllo del denaro sulla terra e minaccia l’umanità. Di questo terrorismo di base si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso.»

«Quando il denaro domina il mondo lo fa attraverso la frusta della paura, della disuguaglianza economica e sociale, e della violenza militare. La paura, oltre a essere buon affare per i mercanti di armi, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri»

«Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura, preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori. La misericordia non è facile, non è facile… richiede coraggio. Per questo Gesù ci dice: «Non abbiate paura» (Mt 14,27), perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. È molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio»

«Gesù ha guarito in giorno di sabato l’uomo dalla mano atrofizzata. Gesù restituì a quell’uomo la capacità di lavorare e con quella gli restituì la dignità. Quante mani atrofizzate, quante persone private della dignità del lavoro! Perché gli ipocriti, per difendere sistemi ingiusti, si oppongono a che siano guariti. A volte penso che quando voi, i poveri organizzati, vi inventate il vostro lavoro, creando una cooperativa, recuperando una fabbrica fallita, riciclando gli scarti della società dei consumi, affrontando l’inclemenza del tempo per vendere in una piazza, rivendicando un pezzetto di terra da coltivare per nutrire chi ha fame, state imitando Gesù, perché cercate di risanare, anche se solo un pochino, anche se precariamente, questa atrofia del sistema socio-economico imperante che è la disoccupazione»

«Questo sistema atrofizzato è in grado di fornire alcune “protesi” cosmetiche che non sono vero sviluppo: crescita economica, progressi tecnologici, maggiore “efficienza” per produrre cose che si comprano, si usano e si buttano inglobandoci tutti in una vertiginosa dinamica dello scarto… Ma non consente lo sviluppo dell’essere umano nella sua integralità, lo sviluppo che non si riduce al consumo, che non si riduce al benessere di pochi, che include tutti i popoli e le persone nella pienezza della loro dignità, godendo fraternamente la meraviglia del creato. Questo è lo sviluppo di cui abbiamo bisogno: umano, integrale, rispettoso del creato, di questa casa comune.»

«Cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene unaa bancarotta dell’umanità non c’è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo… molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente»

«L’idea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoli, mi sembra a volte una specie di carro mascherato per contenere gli scarti del sistema.»

«Voi, organizzazioni degli esclusi e tante organizzazioni di altri settori della società, siete chiamati a rivitalizzare, a rifondare le democrazie che stanno attraversando una vera crisi. Non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente».

«Alcuni di voi non sono qui oggi perché si sono giocati la vita. Ma non c’è amore più grande che dar la vita per gli altri»

«Chi ama troppo i beni non si metta in politica o nelle organizzazioni sociali (e neanche in seminario…). Davanti alla tentazione della corruzione, non c’è miglior rimedio dell’austerità; e praticare l’austerità è, in più, predicare con l’esempio. Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell’esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille “mi piace”, di mille retweets, di mille video su youtube.»