Chi c’è alla Conferenza di pace di al Azhar?

Chi c’è alla Conferenza di pace di al Azhar?

Il Papa al Cairo «concluderà» ad al Azhar una Conferenza interreligiosa per la pace che si apre oggi. Ma chi sono gli altri leader islamici che vi partecipano? E perché a questo appuntamento guardano con particolare interesse gli Emirati Arabi Uniti?

 

La sguardo dei cattolici di tutto il mondo è in queste ore su papa Francesco che si appresta a partire per il suo viaggio apostolico in Egitto. E molto attesa è la tappa di domattina all’Università di al Azhar dove il Pontefice concluderà una Conferenza interreligiosa per la pace convocata dal grande centro dottrinale sunnita. Questa conferenza prende il via questa mattina e vede anche altre presenze che vale la pena di sottolineare.

Intanto va detto che l’appuntamento è promosso insieme da al Azhar e dal Muslim Council of Elders, un altro organismo presieduto sempre dal’imam al Tayyeb. La precisazione è importante perché la seconda è un’istituzione promossa dal governo degli Emirati Arabi Uniti per favorire il dialogo all’interno del mondo islamico e – attraverso questo passaggio – anche il dialogo con le altre religioni. Non a caso proprio ieri al Cairo il Muslim Council of Elders ha tenuto un incontro bilaterale con una delegazione del Consiglio ecumenico delle Chiese, guidata dal segretario generale, il pastore norvegese Olav Tveit. E lo stesso organismo aveva organizzato anche un precedente incontro con il primate anglicano Justin Welby e la conferenza di fine febbraio con le delegazioni delle Chiese d’Oriente che ha prodotto un’importante di chiarazione sul concetto di cittadinanza come categoria cruciale per la tutela delle minoranze in Medio Oriente.

Dunque a quanto sta succedendo al Cairo si guarda con grande attenzione anche da Abu Dhabi e dal resto del Golfo Persico, che – complice anche la presenza di alcuni milioni di lavoratori immigrati cristiani – mira oggi a ritagliarsi un ruolo nuovo nel dialogo islamo-cristiano accanto alle tradizionali istituzioni islamiche. Vale dunque la pena di citare anche altri due personaggi che sono presenti in queste ore alla Conferenza di al Azhar: innanzi tutto il copresidente del Muslim Council of Elders, lo sheikh mauritano Abdullah Bin Bayyah, che è uno dei nomi oggi più in voga sul versante musulmano quando si parla di dialogo. Bin Bayyah è infatti il principale promotore della Dichiarazione di Marrakesh, una dichiarazione del gennaio 2016 sul tema dei diritti delle minoranze religiose nei Paesi a maggioranza musulmana che reinterpretava la Carta di Medina – un testo attribuito direttamente al profeta Muhammad – per una serie di affermazioni importanti sui diritti dei non musulmani e sulla necessità di azioni concrete in questo senso. L’aspetto importante è che Bin Bayyah è uno studioso di diritto islamico che insegna all’università di Jedda, in Arabia Saudita, e le sue fatwe sono molto stimate.

Un’altra figura degna di nota è quella di Amal Al Qubaisi che figura tra i relatori della prima giornata del Convegno di al Azhar insieme – tra gli altri – al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e all’ex segretario generale della Lega Araba Amr Moussa. Anche Amal Al Qubaisi è una figura targata Emirati Arabi Uniti: è stata la prima donna a essere eletta nel parlamento locale e – da due anni – ne è anche la speaker, primo e unico caso finora nel mondo arabo.Evidente, dunque, l’intento di Abu Dhabi di mostrarsi ad al Azhar un Paese all’avanguardia tanto nella promozione della tolleranza religiosa quanto nei diritti delle donne. Sognando, forse, in un domani non troppo lontano di essere il primo Paese del Golfo ad accogliere un Pontefice.

Già nel settembre scorso papa Francesco ha ricevuto in udienza lo sceicco Mohammed Bin Zayed, principe di Abu Dhabi e fratello dell’emiro degli Emirati Arabi Uniti. In quell’occasione portò a Bergoglio un dono suggestivo: un libro sull’antico monastero cristiano di Sir Bani Yas, una chiesa del VII secolo riaffiorata da uno scavo archeologico, riconoscimento importante della storia pre-islamica della Penisola Arabica. Proprio Mohammed Bin Zayed l’altro giorno ha voluto sottolineare l’importanza dell’appuntamento di al Azhar incontrando l’arcivescovo greco-ortodosso Teodosio nel suo palazzo e dandone notizia sul quotidiano The National. Un ulteriore segnale di quanto Abu Dhabi punti sull’appuntamento che sta iniziando in queste ore al Cairo.