L’imprenditrice che salva le lingue africane con la tecnologia

L’imprenditrice che salva le lingue africane con la tecnologia

A 31 anni Elizabeth Kperrun ha creato una start up che mette a disposizione dei bambini contenuti digitali nella lingua madre e valorizza le culture africane, coniugando tradizione e innovazione

Chi lo dice che la tradizione e l’innovazione debbano essere due opposti? Elizabeth Kperrun, una delle dieci imprenditrici emergenti in Africa più interessanti secondo la rivista Forbes, sta dimostrando esattamente il contrario. Questa 31enne nigeriana sta utilizzando le nuove tecnologie digitali per trasmettere le culture tradizionali africane e, contemporaneamente, per aiutare i bambini a passare dalle lingue locali a quelle nazionali. Originaria dello Stato nigeriano di Benue, prima di cinque figli, ha un diploma in comunicazione e sta studiando per ottenere una laurea in Imprenditoria e Business Management. Nel 2016 ha fondato Lizzie’s Creations, una start up con l’obiettivo di preservare e promuovere le culture africane usando le più recenti tecnologie. Ma la sua attività è cominciata già nel 2013 con il rilascio dell’applicazione mobile AfroTalez, una raccolta di favole africane per bambini dai due ai dieci anni.

«Avevo notato che mancava materiale rilevante dal punto di vista culturale per i bambini africani da parte dei fornitori di applicazioni mobili – racconta -. Così ho cominciato a creare contenuti di qualità per permettere ai più piccoli di imparare nella propria lingua madre, il che rappresenta un vantaggio ampiamente dimostrato per l’apprendimento». AfroTalez è un’applicazione che narra favole tradizionali che trasmettono insegnamenti di vita. È strutturata in episodi. Il primo “La tartaruga, l’elefante e l’ippopotamo” racconta l’intelligenza con la quale “Mister Tartaruga” riesce a superare le difficoltà in modi innovativi e inaspettati. «I racconti orali rappresentano gran parte della mia infanzia – afferma Elizabeth -. Il digitale ha il vantaggio di fornire alcuni strumenti aggiuntivi e giochi interattivi che permettono ai bambini, per esempio, di imparare a contare o a riconoscere gli oggetti associando i loro nomi». Numerose ricerche hanno evidenziato che molti bambini africani non parlano la lingua franca del proprio Paese (inglese, francese o arabo) come prima lingua. Però l’istruzione scolastica si svolge in questi idiomi, e ciò rende l’assimilazione di quanto viene insegnato più difficile e lenta.

«Gli studi dell’Unesco mostrano come il modo migliore per educare i bambini sia attraverso la lingua natale – sottolinea Kperrun -. Tuttavia, produrre materiale didattico nelle diverse lingue locali è spesso troppo costoso così abbiamo cercato una soluzione digitale per abbattere i costi, sviluppando, nel 2016, Teseem – First Words, un’applicazione mobile che insegna ai bambini le prime parole in inglese e sviluppa la didattica in alcune delle principali lingue africane, tra cui hausa, kiswahili, igbo e yoruba». «I bambini imparano meglio quando si divertono – continua Elizabeth -. Ecco perché ci siamo dedicati a creare app educative colorate, ben disegnate e accattivanti. Siamo convinti che l’apprendimento non debba necessariamente passare per noiose lezioni in classe. Può essere divertente».

Visto il successo delle prime applicazioni, Elizabeth ha fondato, insieme al marito, Lizzie’s Creations,  che ha già vinto diversi premi tra cui uno anche in Italia nell’ambito dell’iniziativa ICT for social good ideata da Ong 2.0. L’ultima applicazione di Lizzie’s Creations in ordine di tempo si chiama Shakara ed è dedicata alla moda afro. «Anche la moda è un’espressione culturale – dice Elizabeth -. Abbiamo proposto modelli e tessuti africani perché riteniamo che siano bellissimi. E l’idea è che le bambine che giocano con questa applicazione si accostino a questo stile vibrante diventandone orgogliose». Le App realizzate da Lizzie’s Creations sono un esempio di come le tecnologie digitali possano contribuire a preservare la cultura locale e a favorire l’educazione in un modo semplice ed economico. Molti sono ancora i contenuti in fase di realizzazione, il team di Elizabeth è al lavoro con docenti e genitori per testare quanto fatto finora e renderlo più efficace e coinvolgente. Il suo modello di business è basato sui contenuti premium: gli utenti possono scaricare e utilizzare gratuitamente le app, tranne alcuni contenuti che sono a pagamento o per cui è richiesta la visione di un breve video pubblicitario. L’obiettivo resta quello di far conoscere ai bambini l’Africa, la ricchezza delle sue culture e dei suoi stili di vita.