Expo2015: completiamo così la Carta di Milano

Expo2015: completiamo così la Carta di Milano

Proprio mentre il documento approda all’Onu il settimanale Vita, Action Aid, la campagna Sulla fame non si specula e il Centro Pime di Milano lanciano un documento che chiede di passare dall’«io» al «noi» su lotta alla fame, sviluppo e sostenibilità. Indicando anche una serie di misure concrete su Ogm, Land grabbing e Speculazione sul cibo

Ha già raccolto un milione di adesioni, è stata presentata all’Assemblea generale dell’Onu dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina nell’ambito del Summit sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile e il prossimo 16 ottobre a Milano verrà consegnata ufficialmente al segretario generale dell’Onu Ban ki-moon. Ma la Carta di Milano rischia di rimanere solo un proclama se continuerà a non indicare anche alcune strade concrete per passare dall’«io» al «noi» su temi decisivi per il futuro dell’umanità come il diritto all’alimentazione, lo sviluppo e la sostenibilità.

È questa la scommessa del documento Osservazioni sulla Carta di Milano inviato in queste ore  da alcune realtà significative in Italia del terzo settore e dell’attenzione al mondo e ai temi dello sviluppo al comitato scientifico che ha elaborato la Carta di Milano. Un’iniziativa alla quale – insieme al settimanale Vita che l’ha promossa – hanno aderito il Centro missionario Pime di Milano, Action Aid e la campagna Sulla fame non si specula, oltre ad alcune personalità tra cui l’economista Stefano Zamagni. Il testo vuole essere un invito a fare un passo oltre rispetto a una Carta sostanzialmente condivisibile ma al tempo stesso troppo generica.

Il documento parte da una premessa filosofica: individua il limite della Carta di Milano nel suo fondarsi su un’antropologia degli «stili di vita», che alla fine chiama in causa solo le scelte dei singoli. A giudizio dei firmatari questo oggi non basta più: occorre scommettere sui «modi di vita», cioè su uno sguardo complessivo sulla società che vada oltre il frammento, secondo la linea indicata da papa Francesco nell’enciclcia «Laudato Sì».

«Oggi – si legge nel documento – il dilemma del diritto al cibo e della lotta allo spreco non può declinarsi solo in termini generici. Siamo dinanzi a un cambiamento epocale di paradigmi: la desertificazione, l’impatto spesso devastante delle tecnologie nei Paesi in via di sviluppo, le “guerre per il clima” e le migrazioni rappresentano tante facce di questo dilemma che non può essere sottaciuto. L’antropologia degli stili di vita, a cui sembra ispirarsi la Carta di Milano, si fa carico solo del primo corno del dilemma, evitando però il confronto con una complessità che semplicemente ritiene di non dover affrontare in nome di deleghe, frammentazione del sapere, parcellizzazione delle competenze ed è probabilmente per questo che nella Carta non si trova cenno alcuno a una possibile food policy e food poverty”».

Ed è da questa premessa che i firmatari chiedono a Expo2015 di sbilanciarsi proprio su tre temi che – probabilmente per non scontentare nessuno – sono rimasti fuori dalla Carta di Milano: il dibattito sugli Ogm, il fenomeno del land grabbing e la speculazione finanziaria sul cibo. Senza falsi manicheismi nei confronti di questi strumenti vengono proposte molto conretamente una serie di regole che permettano semplicemente di governare i fenomeni senza fermarsi alle sole enunciazioni di principio.

Sugli Ogm l’attenzione non è solo ai rischi naturali (danni ambientali/rischi per la salute) ma anche a quelli socio-economici. Non si può pensare di combattere la fame al prezzo di creare nuovi affamati tra i contadini espulsi dal mercato per via di sistemi monopolistici che alla fine portano vantaggi solo a pochi.

Quanto alla speculazione finanziaria sul cibo «non si tratta solo di contrastare la “speculazione”, ma di richiedere alle autorità di controllo dei mercati finanziari un monitoraggio stringente e continuo sulla congruenza e la sostenibilità degli strumenti finanziari rispetto al mercato fisico delle commodity agricole».

Quanto – infine – all’accaparramento delle terre nei Paesi del Sud del mondo (il cosiddetto land grabbing) si chiede un forte impegno a rilanciare le Linee Guida Volontarie adottate nel 2012 in seno al Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale
per una gestione responsabile della terra.

 

Clicca sul link qui sotto per scaricare il testo integrale del documento:

Osservazioni sulla Carta di Milano