In ricordo di padre Emilio Spinelli, una vita per il Bangladesh

In ricordo di padre Emilio Spinelli, una vita per il Bangladesh

Molti messaggi di cordoglio e gratitudine sono giunti dal Bangladesh, dove il missionario del Pime, deceduto lo scorso 12 agosto, aveva vissuto per 46 anni

Un grande missionari che ha speso 46 anni della sua vita in mezzo alle popolazioni tribali del Bangladesh. Lo ricordano con molto affetto le tante persone che hanno conosciuto padre Emilio Spinelli, morto all’età di 72 anni a Rancio di Lecco lo scorso 12 agosto. Aveva lasciato il Paese asiatico che tanto amava lo scorso anno, a causa di una malattia. «I suoi parrocchiani e le tante persone che hanno beneficiato della sua generosietà hanno pianto dopo aver appreso della morte del loro amato pastore», conferma un cristiano di Rajshahi.

Padre Spinelli aveva condiviso la sua vita missionaria con le popolazioni tribali a Chandpukur, Bhutahara, Rohonpur e di alcune altre parrocchie della diocesi di Rajshahi. Tanti i ricordi.

«Padre Emilio si è fatto carico delle mie spese per l’istruzione – ha detto Doyal Tigga, 24 anni -. Senza il suo sostegno, non avrei mai potuto ottenere un diploma. Come me, migliaia di studenti provenienti da famiglie bisognose che hanno avuto da lui un supporto educativo e ora vivono una vita migliore. Gli siamo tutti molto grati».

Doyal Tigga, che appartiene alla tribù Oraon, frequenta la parrocchia di Bhutahara a Naogaon, dove padre Emilio è stato parroco per molti anni. «Ho visto che non solo i cristiani venivano da lui, ma anche indù e musulmani che chiedevano aiuto. Spesso dava un aiuto per le medicine. Era molto sensibile e talvolta piangeva quando sentiva le storie tristi delle persone. Ha mostrato grande empatia. Il suo cuore era molto tenero. Era un essere umano generoso e dal cuore grande. Un santo vivente. Ma semore ha condotto la sua vita in modo molto semplice», sostiene Doyal Tigga, secondo il quale padre Emilio era un vero amico dei tribali.

Padre Swapon Martin Purification, invece, è stato per cinque anni suo confratello nella parrocchia di Bhutahara. «Per la Chiesa cattolica del Bangladesh, e in particolare per la diocesi di Rajshahi, padre Emilio ha dato un contributo enorme – ha testimoniato -. Conduceva una vita molto semplice e abitava in una casa di terra, ma il suo cuore era grande e generoso. Migliaia di studenti tribali della diocesi di Rajshahi hanno ricevuto un’istruzione grazie a lui. Ne ha mandati molti in un convitto missionario situato a Bonpara, Borni, nella parrocchia di Mothurapur perché i loro genitori non ne avevano la possibilità di pagare gli studi. Inoltre, ha comprato molti terreni per la Chiesa per aiutare alcune parrocchie a essere autosufficienti».

Secondo padre Swapon, Spinelli avrebbe cambiato le abitudini dei tribali. «Consigliava a tutti di dare un’istruzione ai bambini affinché avessero una vita migliore. Inoltre, ha insistito molto sugli aspetti igienico-sanitari, riuscendo, ad esempio, a costruire molte toilette che prima non venivano usate».

Sarola Mardy, 24 anni, è una donna santal che lavora in un ospedale statale come infermiera. Anche lei ricorda con molta gratitudine padre Emilio: «Oggi ha un buon lavoro e la mia situazione finanziaria sta migliorando grazie a lui. Mi è stato accanto, fornendomi supporto educativo. Gli sono molto grata». Come lei, molti altri ex studenti hanno ottenuto lavori governativi e stanno vivendo una vita migliore con le loro famiglie. «Padre Emilio è entrato nelle nostre vite come una benedizione e come angelo del cielo. Dio Onnipotente lo ha mandato come missionario in Bangladesh dall’Italia per noi», ha detto Sarola con commozione.

Un anziano sacerdote, padre Patrick Gomes, ha ricordato padre Emilio come un autentico missionario: «Era un vero “Baba” (un padre) per gli orfani. La sua generosità non conosceva confini; aiutava tutti, indipendentemente dalla religione e dalla casta. Migliaia di giovani hanno ricevuto da lui un sostegno economico paterno per l’istruzione e la formazione. La sua vita era il suo messaggio evangelico; i suoi vestiti manifestavano la sua semplicità missionaria; il suo esempio è stato la sua preghiera; la sua spiritualità è stata un’ispirazione per me. Mi incoraggiava sempre con il suo stile».

Dopo aver saputo della morte di padre Emilio, molte persone in Bangladesh hanno pubblicato su Facebook le sue immagini e gli hanno espresso cordoglio e gratitudine.

Attualmente, 18 sacerdoti missionari del Pime stanno prestando servizio in Bangladesh, dove oltre a predicare il messaggio di Dio, aiutano la gente di questo Paese a migliorare le loro condizioni di vita.