L’angelo dei migranti fra i volontari dell’anno

L’angelo dei migranti fra i volontari dell’anno

Nawal Soufi, 27 anni, italiana di origini marocchine, è un punto di riferimento per migliaia di migranti che la chiamano dai barconi sul suo cellulare per chiedere aiuto. Ha ricevuto una menzione speciale in occasione del Premio del Volontariato Internazionale FOCSIV.

Un premio dedicato ai giovani e due menzioni speciali. Sono le novità dell’edizione di quest’anno del Premio del Volontariato Internazionale FOCSIV. Tre donne e un uomo sono stati premiati per la loro attività di volontariato all’estero.

È un medico bresciano Alessandro Manciana, 43 anni, il Volontario internazionale 2015. Pediatra da 10 anni è in Bolivia con la sua famiglia. Alle spalle una lunga esperienza di volontariato in ambito sanitario in Sud America, oggi è impegnato con CELIM Bergamo per la salute delle popolazioni dell’area rurale dell’altopiano boliviano.

Per la prima volta, al fianco della storica categoria Volontario Internazionale del Premio, si è deciso di dedicare un Premio all’impegno dei giovani volontari nei programmi europei, conferito a Enrica Miceli, 31 anni. Laureata in Relazioni Internazionali è stata volontaria con il Servizio Volontario Europeo con AUCI per un anno in India a fianco delle donne e dei bambini nello Stato del Kerala.

Altre due donne sono state premiate con una menzione speciale. Laura Battistin, giovane volontaria ISCOS (ong della CISL) vive in Cina dal 2008 dove opera per la difesa dei diritti dei lavoratori insieme a organizzazioni cinesi. Nawal Soufi, ha 27 anni e origini marocchine, ma da sempre vive vicino a Catania con la famiglia. La chiamano Lady Sos perché, da quando andò in Siria a portare aiuti umanitari a Homs e Aleppo, il suo numero di telefono passa di mano in mano ai profughi che fuggono dalla guerra e che tentano di raggiungere l’Europa. La chiamano dai barconi sul suo cellulare per chiedere aiuto, per sopravvivere al viaggio della disperazione nel Mediterraneo, per non cadere in mano agli “scafisti di terra”. La sua storia è raccontata in un libro, scritto dal giornalista Daniele Biella: Nawal, l’angelo dei profughi (edizioni Paoline)