Il grazie di Ducenta a padre Simionato e padre Beati

Il grazie di Ducenta a padre Simionato e padre Beati

Nella veglia missionaria la comunità campana del Pime ha salutato qualche giorno fa i due missionari che ripartono per la Guinea Bissau. Che ripercorrono il servizio di animazione missionaria svolto in questi anni

 

In occasione della recente Giornata missionaria mondiale la comunità di Trentola Ducenta (Caserta) ha salutato e ringraziato padre Davide Simionato e padre Franco Beati, missionari dell’istituto che dopo il servizio di animazione svolto nella casa campana del Pime si apprestano a ripartire per l’Africa, entrambi per la Guinea Bissau.

Per padre Davide Simionato – 55 anni, a Ducenta dal 2018 – questi anni sono stati un ritorno: già negli anni Novanta aveva infatti lavorato per l’animazione missionaria nell’Italia Meridionale prima della sua partenza per la Guinea Bissau nel novembre 1998. «In Africa poi arrivai nel mezzo di una guerra civile, durata fino a maggio 1999. Dopo essermi fatto le ossa con la lingua creola e una pastorale ovviamente diversa da quella italiana, sono stato destinato a Suzana, missione storica del Pime nel nord-ovest del Paese, dove sono rimasto fino a tutto il 2009. Sono stati anni intensi e ricchi di esperienze che hanno formato la mia personalità in modo indelebile. La testimonianza di fede e passione per il Vangelo che ho ricevuto dalle comunità cristiane dei villaggi evangelizzati da padre Marmugi e padre Zé Fumagalliè stata il contributo più ricco che ho ricevuto nella mia vita sacerdotale in quegli anni».

Un inaspettato problema alla colonna vertebrale aveva poi rischiato di compromettere il suo servizio missionario in un posto dove le condizioni climatiche, i ritmi intensi del lavoro di formazione e le condizioni molto difficili delle strade e dei mezzi di comunicazione, esigono uno stato di salute fisico più che discreto. «Ma aiutato da un chiropratico americano e da tanta ginnastica posturale, ho recuperato la funzionalità della schiena in modo del tutto insperato, senza neppure ricorrere alla chirurgia programmata per le due ernie discali. Ho così incominciato ad essere presente in alcuni villaggi dell’isola di Orango per far conoscere il Vangelo di Gesù».

In Guinea Bissau tornerà anche padre Franco Beati, 42 anni anche lui già missionario nel Paese dal 2006 al 2018. Padre Franco ripercorre con noi i tre anni vissuti come animatore insieme a padre Simionato a Ducenta. «La prima esperienza fu in Calabria con il Segretariato Unitario di Animazione Missionaria, in occasione dell’ottobre missionario straordinario del 2019 – ricorda -.La cosa che più mi colpì in quella settimana, oltre che all’accoglienza della gente, – racconta padre Franco – fu il fatto di trovarci benissimo insieme, disponibili e pieni di spirito di collaborazione, anche se non ci conoscevamo prima. Eravamo missionari del Pime, Comboniani, missionarie dell’Immacolata, della Consolata e Saveriane. Abbiamo vissuto una bella esperienza di collaborazione e fraternità. Ho capito che noi missionari di diverse congregazioni, insieme, possiamo fare molto ed incidere molto sul territorio e nella Chiesa».

L’altra esperienza è stata una settimana di animazione missionaria con il Suam Campania, in uno dei quartieri più difficili di Napoli, San Giovanni Teduccio. «Anche qui – rammenta padre Beati-, missionari e missionarie di diverse congregazioni abbiamo vissuto una forte esperienza di vita comune e fraterna. Unendo le forze abbiamo incontrato tante famiglie, ragazzi del catechismo e soprattutto tanti alunni delle scuole superiori».

Al Pime di Ducenta, oltre che alla semplicità e all’accoglienza affettuosa e calorosa dei giovani e di tante famiglie, ha sperimentato la bellezza di vivere in fraternità con gli altri padri missionari della comunità. «In comunità ho respirato un bel clima di serenità, ognuno con la propria originalità ha arricchito il nostro vivere insieme. Come non ricordare poi gli incontri coi nostri giovani, fatti insieme a padre Balaraju. Sono stati momenti vivaci, pieni di fraternità e – come è giusto al sud – di cibi e soprattutto dolci deliziosi. Abbiamo cercato di trasmettere ai nostri giovani la bellezza dell’essere missionari e di lasciare tutto per quei popoli che aspettano la speranza del Vangelo. Indimenticabili i tre campi estivi vissuti a Ducenta. Nell’ultimo campo di questa estate abbiamo invitato ed ascoltato dei testimoni che ci hanno aperto e allargato il cuore, facendoci commuovere davanti alle sofferenze di uomini e donne come don Maurizio Patriciello e Marco Omizzolo che vivono vicino a noi, qui in Italia. Ringrazio e ricordo tutti i laici e i dipendenti della casa che mi hanno insegnato tanto, anche a fare il babbà e la sbriciolata…».

Lasciata Ducenta ora padre Franco è a casa dei genitori fino alla partenza, prevista per gennaio. «Darò una mano al mio parroco. E a darmi il nullaosta per partire sarà un bambino: sta per arrivare infatti il mio primo nipotino. Il regalo più bello per la mia ripartenza sarà poterlo vedere e partire da zio».