Abbiamo bisogno degli Indios

FRONTIERA OIAPOQUE
Gli indios non sono perfetti e oggi conoscono profondi cambiamenti, ma l’umanità ha bisogno di loro e della loro cultura come alternativa alla distruzione

 

Il documento di Puebla (1979) dei vescovi latino-americani si riferisce agli indios come i più poveri tra i poveri. Quello che hanno detto i vescovi a Puebla è giustificato tanto dal punto di vista storico che in riferimento al mondo di oggi, dove la globalizzazione, la ricerca di guadagno con tutti i mezzi e a ogni costo fa di queste popolazioni, delle loro terre e ricchezze, una conquista ambita da governi, compagnie minerarie e latifondisti.

Come missionario, lavorando tra loro, ho scoperto ben presto che i popoli indios sono ricchi. Gli indios non hanno bisogno della nostra elemosina. Siamo noi che abbiamo bisogno di loro. La loro cultura, il sentirsi parte e figli della terra, l’abitudine a condividere, il rispetto per il diverso sono atteggiamenti che dobbiamo imparare da loro se vogliamo costruire una società differente, più giusta e fraterna.

Nella Laudato si’ il Papa ricorda: «È indispensabile prestare speciale attenzione alle comunità aborigene con le loro tradizioni culturali. Non sono una semplice minoranza tra le altre, ma piuttosto devono diventare i principali interlocutori, soprattutto nel momento in cui si procede con grandi progetti che interessano i loro spazi». Devono essere i “principali interlocutori” in vista di un cambiamento, se vogliamo che la terra e l’umanità abbiano un futuro.

Gli indios non sono perfetti e oggi conoscono profondi cambiamenti, ma l’umanità ha bisogno di loro e della loro cultura come alternativa alla distruzione, per fare del mondo una casa comune, quel paradiso che Dio ha preparato per noi.