Voci di Yagoua: giovani speranze in défilé

In questo nuovo racconto dal Camerun, Francesca Bellotta ci parla della Fête de la jeunesse e di come i giovani partecipino attivamente alla vita sociale della loro comunità

Una cosa che ho appreso stando qui è che i camerunesi sono dei veri maestri nei défilé. Non parlo di moda, bensì di sfilate che vengono organizzate in occasioni particolari quali la festa della gioventù l’11 febbraio, quella della donna l’8 marzo, quella dei lavoratori il 1° maggio e quella dell’Unità nazionale del Camerun il 20 maggio. Questo mese vorrei raccontarvi della Fête de la jeunesse, una celebrazione molto sentita dai ragazzi i quali, guidati dai loro insegnanti, si preparano all’evento con largo anticipo. Lo scorso febbraio si è celebrata la 53esima edizione, con tema: “Gioventù, grandi opportunità e partecipazione alla costruzione di un Camerun in pace, stabile ed emergente”. Durante i dieci giorni precedenti le sfilate, studenti di tutti i gradi sono stati coinvolti in attività culturali e tornei sportivi. Nelle grandi e piccole città come nei villaggi migliaia di ragazzi si sono radunati negli stadi o nei luoghi prescelti per l’evento, tutti rigorosamente in divisa, per le ragazze capelli ben intrecciati e magari, per chi se lo poteva permettere, un paio di scarpe nuove. Le scolaresche perfettamente schierate, dopo aver cantato l’inno nazionale e aver ascoltato la registrazione del discorso del presidente, hanno iniziato la sfilata. Con un sottofondo musicale, scuola dopo scuola, a partire dai piccoli della materna, gli studenti con in testa il portabandiera e il porta placca hanno marciato fieri cantando gli inni composti per l’occasione, davanti a moltissima gente, autorità comprese. Alcune scolaresche si sono esibite in canti e balletti nei quali hanno messo in evidenza i problemi che i bambini e i giovani vivono quotidianamente all’interno della società. La festa è continuata con il mercato spontaneo che si è creato tutto intorno e con la classifica delle scuole più rappresentative. Un tripudio di emozioni e colori, con una preghiera che è nata spontanea: che davvero tutti questi giovani possano essere la speranza di un futuro migliore per questo Paese.