Camminare insieme, vicini e lontani

Camminare insieme, vicini e lontani

Gli ultimi mesi sono stati ricchi di visite di amici e colleghi: «Che bello poter condividere quello che facciamo per i nostri malati, e anche le nostre vite, senza paura di farci trovare piccoli»

I giorni invernali sono davvero speciali. Ci permettono di tirare un po’ il fiato sul gran caldo che spesso ci opprime qui in Bangladesh. E poi quest’anno il freddo non è stato troppo pesante. Sono stati giorni contrassegnati anche da visite di tanti amici italiani che approfittano delle ferie invernali per venire a condividere con noi un po’ della nostra vita. È bello poter accogliere persone che vengono per la prima volta nella nostra missione e quest’anno, in modo speciale, è stato un dono poter avere con noi amici che ci aiutano a distanza come Franco, Luisella, Tina. E anche padre Daniele Criscione del Pime e Michelle che sono arrivati sin qui dagli Stati Uniti. Ci sono anche medici italiani, che da anni e con fedeltà tornano per dare una mano sia qui da noi, al Damien Hospital, sia nell’ospedale gestito dai missionari saveriani e dalle suore di Maria Bambina. E così io posso permettermi un po’ di confronto con colleghi e amici che sempre sono disposti ad aiutarmi. Sono davvero belle le amicizie che si consolidano o che nascono successivamente!

Sono felice di accogliere ogni persona che desidera entrare nelle nostre case e nel nostro ospedale e condividere con ciascuna di loro il nostro servizio quotidiano ai pazienti. Molto spesso questi nostri ospiti ci servono anche da “specchio”: mi fanno ricordare la bellezza del donarsi ai nostri ammalati, ma anche lo stile e l’atteggiamento che forse a volte danno per scontati e che invece possono essere cambiati o rimodellati. I loro sono spesso occhi commossi che guardano con stupore quello che facciamo e che noi invece consideriamo così quotidiano e “normale”; occhi che non si stancano di cercare nel profondo; occhi che spesso brillano di lacrime perché vedono cose inaccettabili; occhi che scrutano ogni nostro movimento, atteggiamento, parola…

Che bello poter condividere quello che facciamo per i nostri pazienti! Che bello poter condividere anche le nostre vite, le nostre relazioni, senza paura di farci trovare piccoli, senza paura di mostrarci poveri come le persone che siamo qui a servire. A volte non sono capace di risolvere i problemi della gente, a volte mi devo fermare di fronte alla mancanza di mezzi di questo Paese che non mi permette di agire come vorrei. E però si va avanti, con i limiti del contesto e anche con i nostri limiti.

Dico grazie a questi amici, con i quali ho trascorso giorni belli di condivisione profonda e unica. Abbiamo scoperto insieme i colori del Vangelo in questo Paese, li abbiamo nel cuore e continuiamo a farcene dono prezioso. So che questi amici ci portano poi con loro in Italia e nel mondo, con i loro racconti e la loro testimonianza. Sono amicizie che nascono cosi, perché sono volute dal Padre nostro che non cessa di mostrarci la sua tenerezza e il desiderio di non lasciarci mai soli. Anime e cuori che anche a distanza desiderano camminare ancora insieme.