Marc Padeu: cena di Emmaus camerunese

Marc Padeu: cena di Emmaus camerunese

Giovane artista camerunese, rivisita i soggetti cristiani in modo del tutto personale, costruendo un ponte tra Europa e Africa, tra passato e presente, ispirandosi alla pittura religiosa del Rinascimento e del Barocco, ma con personaggi e ambientazioni del Camerun contemporaneo

Marc Padeu è un giovane artista camerunese nato nel 1990. È noto a livello internazionale attraverso mostre e personali ma risiede e lavora nel suo Paese, traendo ispirazione dai paesaggi e dalle persone che costituiscono il suo orizzonte geografico ed emotivo, oltre che dai riferimenti storici e religiosi che hanno costruito la sua storia personale.

Le sue opere sono sempre di grande formato, tele monumentali che misurano anche alcuni metri, su cui colori acrilici molto vivaci e saturi, a volte anche glitter e foglie d’oro, creano uno sfondo ampio in cui inserire le narrazioni. Tra queste, i soggetti cristiani occupano uno spazio molto importante, legato agli insegnamenti della madre praticante, ma sono rivisitati in modo del tutto personale: Padeu costruisce un ponte tra Europa e Africa, tra passato e presente, creando dipinti che richiamano nella struttura la pittura religiosa dell’Europa rinascimentale e barocca, ma che allo stesso tempo sono abitati da persone, gesti e oggetti del Camerun contemporaneo.

Nell’opera “La Pietà”, una Madonna dalla pelle d’ebano e dalle lunghe treccine che le incorniciano il volto tiene in grembo un figlio devastato dall’alcol con in mano una bottiglia. Nel dittico “L’Annunciazione” è proposta una scena d’interno in cui l’Angelo e Maria si muovono tra stoffe, mobili e tappezzerie che hanno i colori cangianti dell’Africa. “La cena a Penja” riprende la struttura del dipinto di Caravaggio “La cena di Emmaus”, ma la ambienta in un quotidiano fatto di relazioni, cibo e chiacchiere tra parenti, creando un luogo senza tempo che lascia spazio alla dolcezza degli affetti personali.

Nei dipinti di Padeu le persone reali diventano i personaggi sacri, gli elementi del quotidiano riempiono le scene bibliche, dando vita ad immagini dalla struttura quasi cinematografica piene di richiami ai grandi maestri del passato. L’artista ottiene così un continuo scambio di piani temporali e geografici che esprime l’aspirazione a trovare un momento di riflessione, un punto di incontro tra realtà e mondi che sembrano tanto lontani, ma che sono in fondo accomunati dall’affetto per persone e luoghi e dalla presenza costante di Dio.