Per un Sinodo “green”

Per un Sinodo “green”

L’Assemblea del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà a Roma dal 4 al 29 ottobre, si impegna a limitare e a compensare le emissioni di CO2 con due progetti in Nigeria e Kenya, che hanno per obiettivo la diffusione di stufe da cucina efficienti e di tecnologie di purificazione dell’acqua

Alla vigilia della pubblicazione di una “nuova” Laudato si’, la Segreteria generale del Sinodo intende dare il suo contributo alla salvaguardia del creato attraverso una forma di compensazione delle emissioni di CO2 residue prodotte dalla prossima XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi.

Mediante il supporto economico della Fondazione SOS Planet e l’apporto tecnico di LifeGate, già sperimentato in occasione dell’Assemblea Sinodale del 2019, si provvederà a compensare parte delle emissioni di CO2 residue grazie a progetti capaci di generare un “credito” di carbonio tale da bilanciare il “debito” accumulato.

Il progetto scelto per la compensazione delle emissioni, che risponde al criterio di ecologia integrale così come proposto dall’enciclica Laudato si’, riunisce in sé l’aspetto ecologico, l’attenzione al territorio e l’aiuto concreto per la vita delle popolazioni coinvolte. Il progetto individuato, realizzato in Nigeria e Kenya, ha per obiettivo la diffusione di stufe da cucina efficienti e di tecnologie di purificazione dell’acqua destinate a famiglie, comunità e istituzioni. Le nuove tecnologie ridurranno significativamente il consumo di biomassa non rinnovabile e di combustibili fossili per cucinare e per l’ebollizione dell’acqua. Ciò si tradurrà in un significativo miglioramento dell’inquinamento dell’aria che ha una correlazione diretta con le malattie respiratorie e i tassi di mortalità, specialmente tra donne e bambini, migliorando di conseguenza lo stato di salute delle popolazioni coinvolte. Il progetto utilizzerà i proventi della vendita dei crediti di carbonio per supportare i partner locali impegnati nella produzione, distribuzione e manutenzione delle tecnologie.

«Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza», scrive Papa Francesco, nella Laudato si’ (LS 53)

Concretamente, il progetto si articolerà su tre livelli. Il primo prevede di quantificare le emissioni di CO2 immesse nell’atmosfera per lo svolgimento di tutte le attività. L’indicatore calcolato è il Global Warming Potential (GWP), fondamentale per decidere le strategie di riduzione e compensazione di tali emissioni. Il secondo passo consiste nella riduzione delle emissioni di CO2 del Sinodo attraverso strategie di ottimizzazione delle risorse e riduzione dei consumi e delle materie prime (ad es. ottimizzare la logistica, scegliere energia prodotta da fonti rinnovabili, eliminare lo spreco di risorse, ecc.). Infine, verranno compensate le emissioni di CO2 residue grazie a progetti di efficienza energetica capaci di generare un “credito” di carbonio tale da bilanciare il “debito” accumulato.

Questa compensazione avverrà grazie al progetto Burn Stoves che ha l’obiettivo di distribuire stufe da cucina efficienti alle famiglie rurali del Kenya, garantendo in questo modo benefici all’ambiente e migliorando la salute e la qualità di vita delle popolazioni coinvolte. Il progetto si sviluppa in tutte le 47 contee del Kenya e sta avendo un impatto significativo sulla vita di alcune delle persone più vulnerabili del mondo. In un Paese in cui oltre il 90% della popolazione fa ancora affidamento sulla biomassa locale per cucinare (legna o carbone), i tassi di deforestazione sono allarmanti, soprattutto nelle regioni che già affrontano condizioni di aridità.

La produzione locale di carbone è insostenibile e costosa. Oltre ai problemi ambientali, ci sono conseguenze anche sul piano sociale: la legna o il carbone vengono bruciati a fiamma viva o in stufe tradizionali in modo molto inefficiente, quindi ne servono grandi quantità e questo comporta spese significative per le famiglie, che nei tre quarti dei casi vivono al di sotto della soglia di povertà.

Attraverso questo progetto, viene fornita una soluzione sostenibile sia da un punto di vista ambientale che sociale, offrendo alle famiglie interessate l’opportunità di un futuro migliore e più sano.