Poche vocazioni nuove iniziative

L’EDITORIALE:
La generosità di vocazioni delle giovani Chiese, fino a pochi decenni fa inattesa, non può essere un alibi per smantellare in Italia lo sforzo di animazione missionaria e vocazionale.

 

La giornata mondiale di preghiera per le vocazioni torna puntuale in primavera (domenica 17 aprile), mentre le statistiche ci ricordano che l’Italia è al livello più basso di natalità mai registrato. La denatalità e le sue complesse cause sociali, culturali e spirituali sono naturalmente anche all’origine della scarsa disponibilità vocazionale per la Chiesa.

Tutto ciò non mette però in discussione il valore della giornata di preghiera, riflessione e sostegno per le vocazioni, anzi lo esalta; né induce allo scoraggiamento, ma sollecita l’ingegno a elaborare iniziative, non solo per sopravvivere alla periodica “carestia”, ma per allargare lo spettro delle opzioni e delle risposte. Lo vediamo da tanti anni ormai nel mondo missionario, dove ai nostri tradizionali Istituti e al contributo secolare delle congregazioni religiose si sono aggiunti i sacerdoti diocesani (fidei donum), i volontari laici e i singoli credenti, che hanno sentito la chiamata a spingersi in un modo o in un altro sino ai “confini della terra”. Anche questi ora sono in calo col mutare di condizioni e convinzioni, oltre che per la contrazione demografica. Emerge però la generosità delle stesse Chiese di missione. In un mondo in cui cadono le distanze, i candidati del Pime al seminario di Monza, ad esempio, non sono più come in passato lombardi, veneti, campani e siciliani, ma italiani, indiani, brasiliani, africani, filippini, messicani, thailandesi, ecc.

La generosità, fino a pochi decenni fa inattesa, delle giovani Chiese, non consente, tuttavia, di smantellare in Italia lo sforzo di animazione missionaria e vocazionale. Il Pime continua a fare quel che può, anche grazie al coinvolgimento crescente di laici motivati a servire la Chiesa e le missioni in molti campi: animazione giovanile, media, diffusione libraria, educazione alla mondialità, raccolta fondi per adozioni a distanza e progetti di sviluppo, promozione di incontri, conferenze, mostre, documentazione bibliografica, ma anche attraverso il Museo Popoli e Culture di Milano o la collaborazione con altre realtà laiche ed ecclesiali e con diversi strumenti di comunicazione… Le presenze del Pime a Milano, Roma, Ducenta (Ce), Sotto il Monte (Bg), Mascalucia (Ct), Busto Arsizio e Treviso reagiscono con forza alla tentazione di limitarsi ad assicurare solo una confortevole vecchiaia ai missionari in pensione.

La comunità del Centro missionario di Milano si propone anche come luogo di accoglienza per giovani che, mentre continuano i loro studi universitari, desiderano verificare la dimensione missionaria della loro vita: l’anno scorso, Mauro di Bologna, poi entrato nel seminario del Pime; quest’anno, Lorenzo di Crema, appena partito per un’esperienza da “osservatore” in India; ora Davide di Milano, in vista di ciò che Dio vorrà da lui.

In altre parole: facciamo ciò che le circostanze ci consentono, cercando di farlo bene e con un’attenzione ai laici e ai giovani.