Un Cireneo per Walid

Un Cireneo per Walid

Nei testi delle meditazioni della Via Crucis di questa sera che Papa Francesco ha affidato ai ragazzi la semplicità della vita quotidiana incontra la profondità. Ricordandoci che «anche i bambini hanno delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi» ma che il Signore prende sul serio

«Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3).
Sono davvero una grande sorpresa le meditazioni della Via Crucis di questa sera in piazza San Pietro che Papa Francesco ha affidato ai ragazzi del Gruppo Scout Agesci Foligno I e della parrocchia romana Santi Martiri dell’Uganda. Sono una sorpresa perché tengono insieme la semplicità quotidiana della vita dei più piccoli, con le ferite dei Calvari di oggi, con uno sguardo aperto al mondo intero. Ricordandoci – come piega l’introduzione – che «anche i bambini hanno delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentono pesanti anche di notte. E solo Tu Signore, lo sai e le prendi sul serio». Da questi testi – on line a questo link sul sito della Santa Sede – pubblichiamo come piccolo esempio la meditazione sulla V stazione, quella del Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce. L’immagine in alto è uno dei disegni realizzati dai ragazzi delle case-famiglia «Il tetto» di Roma che accompagnano il libretto della celebrazione.

 

Durante l’estate giocavo con gli amici del quartiere nel parco davanti a casa. Da qualche mese avevamo dei nuovi vicini con un figlio della mia stessa età. Lui però non giocava con noi, non capiva neanche bene la nostra lingua. Un giorno avevo notato che ci stava guardando da lontano, voleva giocare con noi, ma non aveva il coraggio di chiederlo. Mi sono avvicinato, ci siamo presentati e l’ho invitato a fare una partita di calcio insieme a noi. Walid da quel giorno è uno dei miei migliori amici, oltre che portiere della nostra squadra.

Guardando da lontano una persona, per prima cosa notiamo una sagoma, poi capiamo se è uomo o donna e lentamente prendono forma i dettagli del suo volto, ma solo quando lo riconosciamo come fratello stiamo aprendo il nostro cuore a Gesù.