La Chiesa italiana, il Mediterraneo e l’audacia di La Pira

La Chiesa italiana, il Mediterraneo e l’audacia di La Pira

La Cei annuncia l’intenzione di convocare un «incontro di riflessione e di spiritualità» che vedrà insieme le Chiese che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Punto di riferimento la «visione profetica di Giorgio La Pira, che era solito definire il Mediterraneo come una sorta di “grande lago di Tiberiade” che accomuna la “triplice famiglia di Abramo”»

 

Un incontro internazionale organizzato dalla Chiesa italiana sulla pace nel Mediterraneo. Per riunire insieme i cristiani delle diverse sponde e promuovere una riflessione profetica su questo mare che oggi rappresenta un crocevia fondamentale del mondo. È una proposta lanciata dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana, e che la Cei ha ufficializzato al termine dei lavori della sessione invernale del suo Consiglio permanente.

«Ha suscitato un consenso unanime e convinto – si legge nel comunicato finale diffuso oggi – la proposta, avanzata dal cardinale presidente, di promuovere come Conferenza Episcopale Italiana un Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo, coinvolgendo i vescovi cattolici di rito latino e orientale dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Uno sguardo di particolare attenzione il Consiglio ha chiesto che sia posto per la Terra Santa, per Israele e Palestina. A partire dalla valorizzazione di alcuni luoghi a forte valenza simbolica, la finalità dell’iniziativa è quella di far incontrare culture e popoli, stimolando anche l’Europa a sentire maggiormente la realtà del Mare Nostrum».

«La proposta – prosegue la nota – nasce dalla constatazione di come da diversi anni l’area mediterranea sia al centro di profonde crisi, che coniugano instabilità politica, precarietà economica e tensioni religiose: dal Medio Oriente alle coste africane, dai Balcani alla Spagna. La Cei intende muoversi per favorire la conoscenza diretta, condizione che consente una lettura profonda delle situazioni, la difesa delle comunità cristiane perseguitate, la promozione del bene della pace e la tutela della dignità umana».

«L’incontro – concludono i vescovi – intende collocarsi idealmente nel solco della visione profetica di Giorgio La Pira, che era solito definire il Mediterraneo come una sorta di “grande lago di Tiberiade”, come il mare che accomuna la “triplice famiglia di Abramo”».

Si tratta di un annuncio importante: dopo molto tempo la Conferenza episcopale italiana dichiara di voler impegnarsi in prima persona nella promozione di un’iniziativa dal respiro internazionale. Un appuntamento per riflettere sul Mediterraneo a tutto campo, collocando anche la questione dei flussi migratori in uno sguardo più ampio, che metta a tema davvero i rapporti tra i popoli e le culture che vivono intorno al Mare Nostrum. Da questo punto di vista è importante il fatto che la Cei indichi come riferimento la figura di Giorgio La Pira, il «sindaco santo» di Firenze, che a partire dal 1958 insieme al re del Marocco Mohammed V organizzò i Colloqui mediterranei, incontri dedicati alle comuni radici culturali dei popoli del Mediterraneo, che diventarono anche occasioni per dialoghi informali tra popoli in conflitto. Esperienze che partivano dall’idea – propria di La Pira – che la pace fosse intimamente legata alla dimensione religiosa: l’unica pace possibile per Gerusalemme, diceva, è «quella dei figli di Abramo».

È a questa responsabilità del cattolicesimo italiano nella costruzione della pace, dunque, che la Conferenza episcopale italiana sembra voler richiamarci. Come primo passo di un cammino che faccia ritrovare davvero a una Chiesa e un intero Paese sempre più rinchiusi su se stessi l’orizzonte del mondo.