La roccia della Mecca vista a 49mila pixel

La roccia della Mecca vista a 49mila pixel

Nel contesto delle restrizioni imposte dal coronavirus ai pellegrinaggi alla Mecca, la Pietra Nera – l’antica roccia posta dal profeta Maometto e simbolo sacro per l’Islam – è ora visibile in un’ immagine ad alta risoluzione da 49mila pixel grazie al potere della tecnologia

 

Il quotidiano online degli Emirati Arabi Uniti The National rilancia la notizia di alcune nuove immagini ad alta risoluzione appositamente scattate ed elaborate della Pietra Nera, Hajar Al Aswad in arabo, l’antica roccia custodita all’interno della Kaaba nella grande moschea della Mecca. Secondo la tradizione fu il profeta Maometto nel 605 d.C a incastonarla nell’angolo est per rappresentare il centro del sito più sacro dell’Islam. La Pietra Nera – che comprende otto piccole rocce attaccate a una grande pietra racchiusa in una cornice d’argento – è il punto da cui inizia e finisce la circumambulazione per il tawaf, il rituale in cui i pellegrini girano intorno alla Kaaba sette volte in senso antiorario per completare i pellegrinaggi dell’Hajj o dell’Umrah.

Per i musulmani la Pietra Nera costituisce l’ultimo reperto della “Casa Antica” (al-Bayt al-ʿatiq), fatta calare da Allah direttamente dal paradiso sulla terra e andata interamente distrutta dal Diluvio Universale. Per l’Islam, la Pietra Nera fu messa in salvo da Noè – profeta noto all’Islam col nome di Nuḥ – all’interno di una caverna nei pressi della Mecca e da lì sarebbe stata recuperata da Abramo quando. assieme all’aiuto del figlio Ismaele, avrebbe dato inizio ai lavori della nuova Kaaba. Secondo una diffusa tradizione popolare islamica, la Pietra Nera è invece l’occhio di un angelo incaricato di osservare i pellegrini che adempiono all’obbligo canonico di effettuare almeno una volta nella vita il pellegrinaggio alla Mecca. Un’altra interpretazione considera la roccia un meteorite bianco che, caduto sulla terra, avrebbe assorbito tutti i peccati dell’uomo, assumendo l’attuale emblematico colore.

La Presidenza Generale per gli Affari della Grande Moschea e della Moschea del Profeta ha infatti riportato che la Pietra Nera è stata documentata “con Focus Stack Panorama, che utilizza una tecnologia in cui le immagini sono combinate con diversa chiarezza, al fine di produrre una singola immagine con la massima precisione”.

Per creare le immagini della Pietra Nera è stata utilizzata la tecnica del photo stacking, spesso usata per creare paesaggi dettagliati e scatti macro da vicino. Si tratta di un processo che consiste nel mettere insieme centinaia di immagini prese da diverse parti del soggetto a diverse lunghezze focali al fine di ottenere un unico scatto ad alta risoluzione. Scattate nell’arco di sette ore, le 1.050 foto hanno richiesto al team altre 50 ore per produrre l’immagine da 49.000 megapixel. Per fare un confronto, un iPhone 12 ha una fotocamera da 12 megapixel.

Le immagini della Pietra Nera sono state prese d’assalto su internet e diffuse con l’hashtag #BlackStone che ha fatto tendenza su Twitter in Arabia Saudita.

I pellegrinaggi alla Mecca, che ogni anno attirano milioni di musulmani da tutto il mondo, sono stati fortemente limitati a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Le autorità saudite hanno recentemente riferito che quanti potranno dimostrare la propria immunizzazione al covid-19 potranno svolgere i pellegrinaggi nei luoghi santi dell’Islam.