Pime Ducenta, una storia che si rinnova

Pime Ducenta, una storia che si rinnova

A un secolo dalla fondazione del Seminario e in occasione dei 150 anni dalla nascita di padre Paolo Manna, il Pime di Ducenta prepara numerose iniziative nel mese di giugno, ma soprattutto prova a guardare al futuro

Centocinquant’anni dalla nascita del beato padre Paolo Manna; cento dalla fondazione del Seminario delle missioni estere del Sacro Cuore per il Sud Italia; ma soprattutto – dopo oltre due anni di pandemia – nuove prospettive di futuro. È un anno ricco di ricorrenze e iniziative questo 2022 per il Pime di Trentola-Ducenta (Caserta), che prova a riscoprire e valorizzare le sue radici per renderle nuovamente feconde e generatrici di molti frutti.

«Purtroppo la pandemia di Coronavirus ha bloccato tutto, qui come altrove del resto – ci fa notare padre Salvatore Cardile, 67 anni di Catania, che dallo scorso settembre è il rettore della casa, proveniente dalla missione in Brasile -. Ora si tratta di ricominciare, ma è chiaro che non si riparte da dove ci si è fermati. La pandemia, e una serie di altre circostanze, hanno inciso non solo sulle attività, ma anche sulle relazioni. Il Pime, però, continua a rimanere un riferimento per la diocesi di Aversa, dove ci troviamo, e per tutta la Campania. È importante continuare a tenere vivo lo spirito missionario anche qui».

La casa del Pime di Ducenta è un luogo dall’alto valore simbolico. È qui, infatti, che il 3 novembre 1921 venne fondato il Seminario del Sacro Cuore affidato a padre Manna (1872-1952), un uomo dall’ardente passione missionaria e dall’inesauribile creatività. «Lo scorso 3 novembre – ricorda padre Cardile – ci sono state le celebrazioni con la diocesi di Aversa in occasione del centenario della fondazione del Seminario che riproporremo a giugno anche in occasione dei 150 anni dalla nascita di padre Manna. È un modo per rilanciare il senso della nostra presenza qui e per guardare al futuro».

La figura di Manna, che era originario di Avellino, continua a essere un riferimento e un’ispirazione per molti. «Tanti preti locali, che hanno studiato nel nostro Seminario, sono molto legati a Manna – fa notare padre Salvatore -. Inoltre, c’è ancora una certa devozione popolare. Purtroppo, però, le giovani generazioni lo conoscono poco. Sarebbe bello far arrivare anche a loro lo spirito di questo grande testimone».

Proprio per questo, il 10 giugno, presso la casa del Pime di Ducenta, viene promosso un convegno su: “Il beato Paolo Manna e il futuro della missione. I missionari del Pime nel Sud Italia a cent’anni dalla fondazione del seminario di Ducenta”. Il giorno seguente, è previsto un incontro degli ex alunni. Mentre domenica 12 giugno si tiene il tradizionale Congressino missionario, dedicato al Myanmar, alla presenza del superiore generale, padre Ferruccio Brambillasca, e del vescovo di Aversa,  Angelo Spinillo.

«Con queste iniziative, precedute dalla tappa, qui a Ducenta, del pellegrinaggio Pime, il 4 giugno, vogliamo riaprirci e ripartire, per dire che il Pime c’è e ha ancora desiderio di accogliere e allo stesso tempo di essere presente sul territorio».

C’è molta voglia di una bella boccata di ossigeno dopo due anni di chiusura a causa della pandemia, anche se diverse attività sono già ricominciate. Come i cammini per i giovani, seguiti da padre Bala Raju Mareboiana, 34 anni, originario dell’India. «Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 2018 – ci racconta – sono stato subito destinato a Ducenta per l’animazione missionaria. Purtroppo, poco dopo è scoppiato il Covid-19 e abbiamo dovuto, come tutti, rinchiuderci in casa e sospendere tutto. Ora abbiamo ripreso i cammini e quest’estate sarà finalmente il momento di realizzare una serie di attività».

Il cammino di Giovani e Missione vede attualmente la partecipazione di una quindicina di ragazzi e soprattutto ragazze dai 18 ai 30 anni, mentre quello biblico è rivolto soprattutto agli adulti. «Con entrambi i gruppi facciamo anche animazione missionaria nel mese di ottobre, andando nelle parrocchie, partecipando alle Messe e incontrando i giovani. Quest’anno, poi, torniamo a fare il campo di animazione di strada in agosto, con ragazzi dai 17 ai 24 anni. Dopo alcuni giorni di formazione andiamo nelle strade e nelle piazze, dove proponiamo varie attività e uno spettacolo di circa due ore, oltre all’adorazione e alle confessioni».

Quest’estate i ragazzi saranno a Roseto degli Abruzzi, Napoli e Pozzuoli, dove sono presenti le missionarie dell’Immacolata che collaborano a questi percorsi. «La grande novità di quest’anno è che finalmente un ragazzo del cammino di Giovani e Missione parte per la Guinea-Bissau. È la prima volta che succede. Molti fanno la formazione, ma poi non partono per varie ragioni, anche se restano legati al Pime e continuano a frequentare la casa o altri cammini».

Padre Bala Raju è stato affiancato nei primi tempi da  un altro giovane missionario indiano, padre Prasad Reddy Gali, e poi da padre Franco Beati che negli scorsi mesi è tornato in Guinea-Bissau, insieme a padre Davide Simionato, che è stato rettore della casa. Anche padre Bala Raju è in partenza: a dicembre, infatti, tornerà in India per un periodo di vacanza prima di partire per la missione in Papua Nuova Guinea. «Sono sempre stato aperto a tutto, ma non avrei mai pensato a questo Paese. Ora che mi è stato indicato come destinazione, ne sono felicissimo!», dice il missionario. Per il momento, però, lo aspetta un’estate piena di attività, anche perché la casa si riaprirà pure all’accoglienza di gruppi, che vengono da diverse parti d’Italia.

Nel frattempo, è ripreso anche il cammino delle Famiglie per la missione, seguito da padre Michele Carlone, 67 anni, pugliese, missionario nelle Filippine e poi in varie realtà italiane: «Molti erano i giovani dei nostri cammini: poi, nel 2000, uno di loro è deceduto e gli altri hanno deciso di mettersi insieme per creare questo gruppo, con cui facciamo incontri mensili, raccolte per le missioni e altre attività. Vengono da tutto il territorio, alcuni addirittura continuano da una generazione all’altra».

Il “veterano” della casa è padre Bernardino Rossi, 81 anni di Cantalice (Rieti), che ha studiato nel seminario di Ducenta e ha lavorato molti anni nella pastorale vocazionale negli Usa, per poi tornare qui otto anni fa; si occupa del gruppo delle “zelatrici”, una quindicina di donne che oggi sono piuttosto anziane e che in passato hanno avuto un grande ruolo per la promozione della rivista Venga il tuo Regno e la creazione di relazioni con la gente, in uno spirito missionario: «Ora, dopo la pandemia, stiamo facendo un po’ fatica a riprendere: le più anziane non vengono più», dice padre Bernardino che incontra una volta al mese anche un gruppo mariano seguito da un ex alunno per una giornata di preghiera e meditazione. Nella casa sono presenti altri tre missionari con una grande esperienza alle spalle. Padre Orlando Quintabà, 83 anni di Civitanova Marche, ha dovuto lasciare l’India nel 2016, dopo ben 48 anni di presenza e un lavoro immenso nel campo dell’evangelizzazione e della cura della lebbra. Dal 2017 è a Ducenta: «Mi sono ambientato bene – dice -, ogni mattina esco e incontro la gente. Siamo missionari, bisogna andare fuori, parlare con le persone, condividere con chiunque e ovunque lo spirito missionario».

Padre Alfredo Scattolon, 80 anni, trevigiano, ha invece una lunga esperienza in Giappone e poi nelle case del Pime di Milano, Roma e Gaeta, dove, come sempre, sa fare tutto e si occupa di tutto. E poi padre Domenico Franzese, 84 anni della provincia di Caserta, a lungo missionario in Brasile.

La casa però custodisce anche la memoria di alcuni “grandi” del passato, nel cimitero in fondo a un lussureggiante viale alberato: i martiri innanzitutto – Pietro Galastri, Mario Vergara e Pietro Varghisi, uccisi in Birmania negli anni Cin­quan­ta, e Salvatore Carzedda, assassinato nelle Filippine nel 1992 -, ma anche figure come padre Giovanni Battista Tragella, titolare della prima cattedra di missiologia in Italia, nonché direttore di questa rivista dal 1921 al 1934.

In questo piccolo cimitero, venne a pregare nel 1990 anche Papa Giovanni Paolo II. E quest’anno una sua reliquia verrà esposta per tre giorni nella casa del Pime, in occasione della Giornata missionaria mondiale, il prossimo ottobre. Un’iniziativa organizzata in collaborazione con il Centro culturale San Paolo. «Spero che anche questo – auspica padre Salvatore – possa essere un motivo di preghiera e di rivitalizzazione della nostra casa come punto di riferimento sia missionario che spirituale».