Valentina e l’Italia dal cuore aperto al mondo

Valentina e l’Italia dal cuore aperto al mondo

Tra le onorificenze al merito della Repubblica assegnate oggi dal presidente Mattarella la giovane fondatrice di una onlus per l’assistenza al parto in Kenya, don Tarcisio Moreschi fidei donum bresciano in Tanzania e i coniugi Martino, che hanno trasformato il dolore per la morte di un figlio in un incidente ferroviario in una speranza per il Burundi

 

Il presidente Sergio Mattarella – come fa alla fine di ogni anno – ha assegnato oggi 36 onorificenze al merito della Repubblica Italiana a cittadine e cittadini indicati come «esempi civili». Tra loro ve ne sono cinque che si sono distinti per non essere rimasti indifferenti di fronte alle sofferenze dell’Africa. In particolare l’onorificenza più importante – il titolo di cavaliere – è stata assegnata a Valentina Bonanno, una ragazza che, a partire dal dolore per la morte di un’amica causata in Kenya da una setticemia da parto, ha fondato un’associazione che si prende cura delle donne in gravidanza in quel Paese. Questi i profili delle persone premiate così come sono stati diffusi dal Quirinale.

Valentina Bonanno, 30 anni (Palermo)Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo contributo, in ambito internazionale, alla diffusione di pratiche sicure di supporto alla gravidanza”

Ha visitato il Kenya la prima volta da bambina e da allora, con i genitori, ha vissuto tra Italia e Kenya. In questo Paese, insieme alla madre ha fondato l’associazione Maharagwe Fauzia Onlus che presiede. Obiettivo della associazione è quello di sviluppare una rete sicura di supporto alla gravidanza, parto e puerperio attraverso la formazione di ostetriche e personale qualificato. In un contesto caratterizzato da elevata mortalità durante il parto, diventa infatti essenziale, secondo Valentina, garantire ad ogni mamma la possibilità di partorire seguendo le proprie tradizioni e culture ma in assoluta sicurezza. Inoltre, qualora la madre sia  affetta da malattie trasmissibili come l’HIV, per limitare la possibilità di trasmissione della malattia al neonato, l’associazione si impegna per garantire un parto cesareo e nutrimento alternativo rispetto all’allattamento al seno. Ad oggi l’associazione si avvale di una squadra di ostetriche tradizionali, sparse sul territorio, a cui offre strumenti e formazione, contatti e appoggio. È anche impegnata in attività di assistenza presso la clinica di Mambrui. Il progetto di dare vita all’associazione è nato dopo la morte nel 2008, per setticemia conseguente al parto, di Fauzia, giovane ragazza keniota, a cui Valentina era molto legata.

Don Tarcisio Moreschi, 73 anni e Fausta Pina 73 anni (Brescia)Commendatori dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per aver dedicato la loro vita, in ambito internazionale, alla cura, tutela e istruzione di bambini orfani e con disabilità”

Don Tarcisio, originario della diocesi di Brescia, appena ordinato (a Malonno, nel 1975), è partito come Fidei Donum per l’Africa dove opera da 36 anni. Dal 1993, dopo il Burundi e l’ex Zaire (attuale Repubblica del Congo), è in Tanzania. In tutti questi anni ha realizzato chiese, orfanotrofi, scuole, un ospedale, un centro per bambini disabili e un servizio di assistenza sanitaria per madri sole affette da HIV/AIDS. Fausta Pina, maestra di infanzia in pensione, è in Africa come volontaria da 15 anni. Insieme a Don Tarcisio è l’anima di Tumaini (che in lingua swahili significa “speranza”), un villaggio per bambini orfani che hanno fondato nel 2002. Oggi il centro ospita circa 100 bambini, di cui alcuni sieropositivi, e si occupa della loro istruzione primaria e secondaria.

Immacolata (detta Titina) Petrosino, 73 anni e Ugo Martino, 73 anni (Isernia)Commendatori dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per l’opera di solidarietà offerta, in ambito internazionale, a favore della promozione dei diritti di base assistenziali e sanitari”

Nel 2007, in seguito all’incontro con Padre Leòn Sirabahenda ad Isernia, fondano l’Associazione Oltre la Vita Onlus in nome del figlio Francesco, giovane vittima nel disastro ferroviario di Roccasecca del 2005. L’incontro con il sacerdote e i suoi racconti sulla sofferenza delle popolazioni del Burundi dopo i conflitti etnici fecero nascere in Titina e Ugo il desiderio di fare qualcosa per loro. Spiega Ugo: “venne spontaneo unire il nostro dolore per Francesco con quello della gente del Burundi”. L’associazione persegue finalità di carattere sociale con interventi assistenziali e sanitari miranti al miglioramento della qualità della vita e alla promozione dei diritti delle persone. In particolare, finanzia progetti in favore della popolazione di Makamba in Burundi dove, grazie alle donazioni di tante persone, è stato possibile costruire una scuola, un orfanotrofio, un centro per disabili, un piccolo ospedale e un dispensario. È sempre stato prioritario per l’Associazione il principio di rispettare le usanze e le tradizioni del posto, senza tentare di modificarle.