Sette anni fa iniziava l’odissea dei richiedenti asilo confinati dall’Australia su due isole in mezzo all’Oceano. Un trattamento inumano che ha provocato morte, malattie psichiche e tanti altri problemi e resta irrisolto. Padre Giorgio Licini, segretario della Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea, racconta qual è oggi la situazione. E rilancia l’appello: l’Australia abbandoni questa politica crudele e scelga una via d’uscita umanitaria
A Manus, in mezzo all’Oceano Pacifico, sono reclusi da quasi sei anni 400 migranti da Iran, Iraq, Africa. Cercavano una nuova vita in Australia, ma Canberra li ha relegati qui. Dove loro, oggi, non ce la fanno più…
Dopo la sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato illegale l’accordo del 2012 con l’Australia per la detenzione dei rifugiati politici sull’isola i due Paesi si rimpallano le responsabilità sui 905 uomini rimasti nell’ex base navale. I vescovi: «Si trovi una soluzione realistica, che salvaguardi la dignità e i diritti umani»