Un Brasile in crisi attende le Olimpiadi

Un Brasile in crisi attende le Olimpiadi

Il Brasile sta attraversando una crisi economica e politica senza precedenti. Ecco, da San Paolo, il clima che si respira alla vigilia delle Olimpiadi.

Con il sequestro a San Paolo della suocera del numero uno della Formula 1 Bernie Ecclestone, Aparecida Schunk, madre della sua terza moglie Fabiana Flosi, il countdown per le Olimpiadi, che avranno inizio a Rio il prossimo 5 agosto si fa di giorno in giorno più allarmante. Nulla a che vedere con il clima dei Mondiali del 2014 dove tutto era in dubbio ma dove tutto alla fine funzionò perfettamente.

Lo scenario adesso è cambiato. Il Brasile versa, infatti, in una crisi economica e politica senza precedenti. E se il voto definitivo per l’impeachment di Dilma Russeff è ormai slittato a dopo le Olimpiadi la crisi economica da mesi miete ormai le sue vittime. Oltre il 10% della popolazione è infatti disoccupata, l’inflazione altissima e il costo della vita in aumento senza limiti. Risultato: un paese che arranca e che per quanto simuli di rifarsi il trucco per le Olimpiadi in ogni angolo mostra il suo dramma quotidiano.

E se a Rio de Janeiro cominciano già a manifestarsi le insofferenze degli atleti, i primi sono stati gli australiani che hanno pesantemente criticato lo stato critico del villaggio olimpico rifiutandosi di entrare, in tutto il paese si respira un clima di tensione. Su tutto aleggia, infatti, il fantasma del terrorismo islamico. Dopo alcuni messaggi sulle reti sociali che annunciavano possibili attacchi durante i Giochi, la Polizia federale brasiliana, per la prima volta nella storia del paese, ha arrestato la settimana scorsa una decina di persone, nell’ambito dell’operazione soprannominata “Hashtag”, tutte coinvolte con l’Isis e con la possibilità di compiere un attentato nel paese verde oro nei prossimi giorni.

A questo si aggiunge il rischio della criminalità interna. Con una media di 25 omicidi ogni 100 mila abitanti e con un aumento del 135% di omicidi commessi dalla polizia nel 2016, rispetto all’anno precedente, Rio de Janeiro è una città tra le più pericolose al mondo. Inoltre, lo stato di Rio ha da poco dichiarato fallimento. Non riesce più a pagare, infatti, i suoi dipendenti. Tra questi anche i poliziotti che hanno protestato all’aeroporto Galeano con striscioni dalle scritte che non lasciavano spazio ai dubbi: “benvenuti all’inferno. Non siamo in grado di garantire la vostra sicurezza!. Basteranno-si chiedono tutti adesso- gli 85 mila agenti previsti per i Giochi? Nessuno purtroppo è in grado di rispondere.

E se non bastasse a spaventare è lo zika virus, che causa microcefalia e syndrome di Guillain Barré. Presente ormai in 61 paesi è proprio in Brasile che ha avuto il suo epicentro. L’attenzione è alta perché non esistendo vaccini in grado di prevenirlo l’unica soluzione è evitare di farsi pungere dalla zanzara che lo veicola. Alcuni atleti del golf internazionale, come Adam Scott e Jason Day hanno per questo motivo deciso di rinunciare al sogno olimpico. Infine il rischio di germi e virus nella Bahia de Guanabara, problema non ancora risolto dalle autorità sanitarie. Qui si svolgeranno le competizioni di vela. Senza parlare poi della nuova linea del metrò di Rio costruita in vista dei Giochi. I lavori sono in forte ritardo, gli abitanti non potranno usarla. Saranno loro a pagare il prezzo più alto.