Skip to main content

Corruzione, l’altra faccia dell’ingiustizia in America Latina

Un cittadino su tre ha pagato una mazzetta nell’ultimo anno. E quasi uno su due considera la polizia l’itituzione più corrotta. I passi indietro dell’America Latina nell’ultimo rapporto di Transparency International
  Negli ultimi 12 mesi, un cittadino dell’America latina su 3 ha pagato una mazzetta per poter accedere a un servizio pubblico, per esempio una cura in ospedale, l’acquisizione di un documento, una richiesta alla polizia o ad un tribunale. Lo afferma il rapporto di Transparency Internacional “People and corruption: Latin America and Carribean” ( La gente e la corruzione: America Latina e Caraibi), presentato lo scorso 9 ottobre, sulla base di 22mila interviste realizzate in 20 paesi. Il rapporto documenta come, negli ultimi anni, in questa regione l’indebolimento delle strutture statali e il deterioramento dei diritti umani procedano di pari passo. Molti Paesi stanno attraversando una fase di violenza e di insicurezza, mentre attivisti per i diritti umani, giornalisti e organizzazioni della società civile vedono il loro campo d’azione e la loro libertà di espressione limitata e minacciata.I cittadini latinoamericani sono defraudati dai loro governi, dalla classe politica e dai leader del settore privato” ha detto José Ugaz, presidente di TI; “Il caso brasiliano dell’inchiesta Lava Jato (autolavaggio), che ha avuto un impatto enorme su tutta la regione, dimostra che la corruzione è ovunque. Le tangenti rappresentano un modo di arricchirsi per alcuni, ma per gli altri sono un ostacolo nell’accesso ai servizi pubblici chiave, soprattutto per i settori più vulnerabili della società”. Il 28% di chi ha denunciato fatti di corruzione ha subito ritorsioni, e questo dato sembra giustificare il basso tasso di denunce reali: per quanto il 70% dei cittadini intervistati vorrebbe avere un ruolo attivo nella lotta alla corruzione, solo il 9%, di fronte ad una richiesta illecita, ha realmente presentato denuncia, nonostante questa sia considerata la condotta corretta da tenere. D’altra parte, la categoria di cui meno ci si fida è la polizia: il 47% dei latinoamericani la considera formata in maggioranza da corrotti e corruttibili. Segue la classe politica con la stessa percentuale, ma la lista comprende, tra gli altri, anche giudici e magistrati (40%), impiegati pubblici (37%), imprenditori (36%) e leader religiosi (25%). Nonostante una recente ondata di manifestazioni di piazza contro la corruzione nella politica (in Brasile, ma anche in Repubblica Dominicana, in Venezuela e in Guatemala) e anche di inchieste giudiziarie in più paesi della regione (a partire proprio dall’operazione Lava Jato), è generalizzata la percezione dell’aumento di corruzione nell’ultimo anno, e il giudizio sull’efficacia delle iniziative istituzionali è negativo. Delitti e abusi sono legati a doppio filo alla corruzione, dalla quale dipendono e alla quale permettono di radicarsi; questo circolo vizioso limita le istituzioni e la giustizia, debilita lo stato di diritto, condiziona la politica e permette l’impunità. In Venezuela, dove permangono una pesante crisi economica e una difficile situazione politica e sociale, si registra la più alta percezione di aumento della corruzione (lo ha dichiarato l’87% degli intervistati). In Messico, dove sempre nell’ultimo anno gli omicidi a scopo di ritorsione sono aumentati del 31%, la richiesta del pagamento di una tangente per l’accesso ad un servizio pubblico è riportata da una persona su 2. In Honduras il livello più alto di corruzione riguarda i tribunali: al 56% di chi si affida al sistema giudiziario è stato chiesto il pagamento di una mazzetta. Le risposte degli intervistati sono chiaramente condizionate dalle vicende nazionali; c’è una dinamica però che è trasversale: ricchi e poveri danno le stesse risposte e hanno le stesse percezioni sulla corruzione. Nonostante questo è innegabile che le richieste di tangenti pesino molto di più sulle classi sociali meno abbienti, che hanno meno possibilità economiche, si sentono più deboli e dipendono di più dai servizi pubblici. Sintetizzando le conclusioni del rapporto, Ugaz ha quindi affermato: “Le richieste di trasparenza che i cittadini esprimono non vengono soddisfatte. È necessario che i governi prendano maggiori misure per contrastare la corruzione a tutti i livelli, in particolare in quei settori che dovrebbe far rispettare la legge, punire i corrotti e fornire maggiori protezioni a chi denuncia atti di corruzione”.  

Articoli correlati

La missione di Leone XIV

Icona decorativa11 Giugno 2025
Icona decorativaChiara Zappa
«La lunga esperienza di Robert Francis Prevost in Perù segnerà il suo Pontificato», afferma suor Birgit Weiler, che l…

«Ascoltava noi donne per superare il clericalismo»

Il ricordo della religiosa brasiliana invitata al Consiglio dei cardinali per parlare delle resistenze alla partecipa…

Il nostro Papa è peruviano!

Icona decorativa2 Giugno 2025
Icona decorativaMarta e Kumar Galbiati
Una coppia di fidei donum milanesi, in missione in Perù con le due figlie, raccontala reazione locale all’elezione di…