Guatemala: vince Arévalo, sospeso il suo partito

Guatemala: vince Arévalo, sospeso il suo partito

La soprendente vittoria di Bernardo Arévalo è stata offuscata dalla sospensione del suo partito, il Movimiento Semilla, da parte del Tribunale supremo elettorale. Il nuovo presidente annuncia ricorso

Dopo l’elezione a sorpresa di Bernardo Arévalo, presidente del Movimiento Semilla, il Guatemala continua a vivere nell’incertezza. La Direzione generale del registro dei cittadini del Tribunale supremo elettorale ha, infatti, sospeso il suo partito, accusato di aver falsificato la registrazione dei suoi militanti tra il 2017 e il 2018. I suoi sostenitori gridano al “colpe giudiziario”.

Dopo il primo turno elettorale del 25 giugno, che aveva visto affermarsi al secondo posto il Movimiento Semilla – formazione di estrazione popolare capace di ottenere un numero importante di voti -, vi era stata una denuncia di presunta irregolarità da parte del tribunale elettorale, motivata dalla falsificazione di firme che aveva causato la protesta nelle piazze del Paese di migliaia di cittadini. L’annunciato golpe tecnico, ossia l’esclusione di Semilla dal ballottaggio del 20 agosto, alla fine era stato sventato dalla scelta del Pubblico Ministero di riammetterlo, ma la serpeggiante preoccupazione per elezioni che potevano cambiare il volto politico del Paese centramericano permaneva.

Scioperi e cortei hanno accompagnato una campagna elettorale che ha contrapposto chi aveva guidato per anni il Paese e il Movimiento capace di rinnovare il volto politico del Guatemala. Sorprendentemente, e contro ogni previsione, quest’ultimo ha ottenuto una vittoria storica, che adesso però è minacciata dal Tribunale elettorale.

Il presidente Bernardo Arévalo e la vicepresidente Karin Herrara hanno criticato la risoluzione del Registro dei Cittadini che cancella la personalità giuridica del partito politico Movimiento Semilla. In conferenza stampa, Arévalo ha sottolineato che i risultati della seconda tornata elettorale, «confermano la decisione forte e sovrana del popolo guatemalteco».

«A partire da questo momento, nulla può impedirci di entrare in carica il 14 gennaio 2024, come stabilito dalla Costituzione», ha affermato il vincitore del ballottaggio. Adesso il Movimiento presenterà ricorso di annullamento della risoluzione del Registro dei Cittadini, arrivata prima che la sessione plenaria del Tribunale supremo elettorale (TSE) ufficializzasse i risultati delle elezioni presidenziali.

Il Segretariato generale dell’Organization of American States (OAS) ha chiesto «la fine delle azioni che erodono lo stato di diritto» e ha ribadito «l’importanza di aderire ai principi democratici e di rispettare la volontà dei cittadini».

Dal Guatemala ogni anni vanno via migliaia di giovani per lavorare nelle piantagioni messicane di caffè o negli Usa. La corruzione impedisce lo sviluppo di una terra fertile e rigogliosa, ma in cui la popolazione – specialmente quella delle campagne – vive in grande miseria.