Messico, l’esercito che difende gli avocado

Messico, l’esercito che difende gli avocado

Se da oltre due anni a Tancítaro non si registrano più guerriglie urbane tra polizia e narcotrafficanti lo si deve a un gruppo di sicurezza finanziato dai produttori di avocado.

Per entrare a Tancítaro, la cittadina messicana considerata capitale degli avocado, si devono superare una serie di checkpoint, che i cittadini chiamano “filtri”. Alcuni sono informali, altri invece sono gestiti da guardie armate, che fanno domande, squadrano per bene chi intende passare, arrivando anche a perquisire. Se da oltre due anni a Tancítaro non si registrano più guerriglie urbane tra polizia e narcotrafficanti, o rapimenti a scopo di estorsione, lo si deve proprio ai controlli e al ricorso ad un corpo paramilitare speciale e privato, il CUSEPT, Cuerpos de Seguridad Publica de Tancítaro, fondato nel 2013, finanziato soprattutto dai produttori di avocado. Il CUSEPT è stata la risposta locale alla violenza dei cartelli di narcotrafficanti interessati a mettere le mani sull’oro verde di Tancítaro, che spedisce fuori dai confini messicani più di un milione di frutti al giorno, una produzione sufficiente a coprire l’intera domanda della California: due miliardi di avocado all’anno.

Dal Messico arriva il 45% della produzione di avocado mondiale, e il Michoacán è lo stato che contribuisce maggiormente a questo commercio. La produzione di avocado a Tancítaro inizia negli anni ’70, e in breve diventa un commercio molto redditizio, tanto che dal 2007 viene preso di mira dal crimine organizzato. Intimidazioni, estorsioni, sequestri di persone, di fattorie, di intere piantagioni; omicidi (tra cui l’allora sindaco), sparatorie: questa diventò la quotidianità di Tancítaro.

Fino a quando, nel 2013, i proprietari terrieri decisero che piuttosto di pagare il pizzo ai criminali, preferivano pagare un esercito per difendere loro stessi, i loro affari, e tutti i cittadini. Questo tipo di iniziativa fu molto diffuso all’epoca, ma in altre zone del Messico non funzionò: le gang riuscirono ad infiltrarsi nei gruppi armati locali, quando questi non venivano smantellati prima dal governo federale. A Tancítaro invece i paramilitari, in meno di due anni, hanno restituito i terreni ai legittimi proprietari, e in città è tornata la sicurezza, e la crescita economica.

Per entrare nel CUSEPT è necessario essere originario di Tancítaro, ma esistono anche almeno 16 gruppi di vigilantes volontari, altrettanto motivati e armati, anche se non così ben attrezzati. Insieme, volontari e paramilitari, sono “l’esercito di protezione degli avocado” del Messico. Formalmente non sono gruppi legali, perché la legge proibisce sia l’uso di armi d’assalto come quelle che portano i paramilitari, sia la formazione di gruppi volontari armati, ma il governo messicano è più interessato a difendere il commercio, che a perseguire i civili armati che lo proteggono.

La serenità a Tancítaro si conquista giorno per giorno, e se la violenza sembra solo un ricordo, la cronaca quotidiana di quanto avviene nel resto del Messico arriva puntuale a sottolineare come quella contro il narcotraffico sia una guerra ancora in corso. Il 2017 è stato il più violento degli ultimi vent’anni: ci sono stati 28mila morti e 35mila desaparecidos.

Basta varcare il confine della città, superando l’ultimo checkpoint, per entrare in territorio di guerra, anche in considerazione del fatto che lo stato di Michoacán è uno dei più violenti: nell’ultimo fine settimana del 2017 si sono registrati, solo qui, 10 omicidi. L’escalation di violenza sarebbe legata in particolare all’avanzata del Cártel de Jalisco Nueva Generación (Cjng), nei municipi al confine con lo stato di Jalisco.

I cittadini di Tancítaro ne sono consapevoli: il loro esercito cittadino è una soluzione fragile e temporanea.