Positivo al Covid-19. A un passo dal boia

Positivo al Covid-19. A un passo dal boia

Negli Stati Uniti fa discutere il caso paradossale di Dustin Higgs, che dovrebbe ricevere l’iniezione letale il 15 gennaio nella corsa alle esecuzioni federali decisa dall’amministrazione Trump prima della fine del mandato. Ma nel braccio della morte è stato contagiato dal dilagare del Coronavirus

 

Malato di Coronavirus nel braccio della morte, dove attende l’esecuzione fissata per il 15 gennaio. È la situazione paradossale di Dustin Higgs, un detenuto condannato perché ritenuto responsabile di un triplice omicidio avvenuto nel Maryland nel 1996. Higgs si trova nella prigione federale di Terre Haute, nell’Indiana, dove sono rinchiusi quei detenuti per i quali non è il singolo Stato ma il dipartimento di Giustizia federale a porre in atto la sentenza capitale, in forza di una procedura che è stata l’amministrazione Trump a ripristinare nel luglio scorso dopo 17 anni di sospensione.

Quella di Higgs dovrebbe essere l’ultima di una serie di cinque esecuzioni federali fissate dal Dipartimento di Giustizia tra il 3 novembre scorso – il giorno delle elezioni – e il 20 gennaio, il giorno del previsto insediamento di Joe Biden. E va aggiunto che Biden ha già annunciato l’intenzione di tornare a sospendere le esecuzioni federali, rinviando di nuovo la questione della pena di morte alla sola giurisdizione dei singoli Stati. Il caso di Higgs è inoltre particolarmente discusso: l’uomo è infatti accusato per l’uccisione di tre donne, ma non è l’esecutore materiale del delitto, che ha invece ottenuto il carcere a vita.

La notizia della positività di Higgs al Covid-19 è stata diffusa ieri dall’avvocato, che ha denunciato come l’infezione da Coronavirus stia dilagando tra i detenuti del penitenziario di Terre Haute. Da parte sua il carcere ha dichiarato che si stanno prendendo tutte le misure necessarie per proteggere la salute dei reclusi e del personale addetto alla sicurezza. Le associazioni che si battono contro la pena di morte, però, sostengono che sia stata proprio la scelta dell’amministrazione Trump di andare avanti con le esecuzioni federali nonostante la pandemia a far crescere il contagio nel braccio della morte. Le procedure delle esecuzioni, infatti, contemplano un macabro rituale che di fatto moltiplica le occasioni di contatto. Ed è il motivo per cui diversi singoli Stati negli Usa hanno da alcuni mesi sospeso l’attuazione della pena di morte.

Ora dunque – accanto a tutte le obiezioni alla pena di morte in sé, ribadite anche in queste ultime ore dai vescovi Usa – si pone la domanda: come comportarsi con un condannato a morte che è malato di Coronavirus? Gli avvocati chiedono un rinvio dell’esecuzione per permettere a Higgs di essere curato; ben sapendo che anche solo pochi giorni per lui potrebbero significare salvarsi la vita, viste le intenzioni dell’amministrazione Biden. Dall’altra parte c’è anche la questione del personale del carcere coinvolto nelle esecuzioni capitali, che si troverebbe a mettere a rischio la propria salute per dare corso alla pena di morte. Va aggiunto, però, che il piano della Casa Bianca prevede tra le categorie a cui è data priorità nella somministrazione del vaccino anti-Covid anche gli agenti carcerari. Per cui si potrebbe arrivare all’ulteriore paradosso di avere delle persone vaccinate non per assistere i malati, ma per poter eseguire l’iniezione letale a una persona affetta da Coronavirus.

Di qui l’appello di sister Helen Prejean, la suora che sta a fianco dei condannati a morte, resa famosa dal film Dead Man Walking: «Queste esecuzioni sono ingiuste, inutili e irresponsabili. Molte persone si sono ritrovate infette per il Covd-19 dopo aver partecipato o essere state coinvolte in queste esecuzioni. Vengano cancellate tutte le date ancora previste per le esecuzioni federali».