Delhi Master Plan 2041: e se la città del futuro fosse disegnata da una bambina?

Delhi Master Plan 2041: e se la città del futuro fosse disegnata da una bambina?

Nei giorni in cui la Delhi Development Authority (DDA) sta pianificando il Master Plan 2041, una giovane studentessa 12enne ha provato ad immaginare la propria “Delhi ideale”

 

In queste settimane si sta scrivendo il futuro di una grande metropoli e non è affatto un modo di dire. La Delhi Development Authority (DDA), ovvero l’organo responsabile della pianificazione e dello sviluppo della capitale indiana, è alle prese con la realizzazione del Master Plan 2041, una sorta di Piano di Governo del Territorio (PGT) per ridisegnare la città di Delhi entro il 2041. Per imbastire la progettazione di una metropoli tanto grande, il DDA ha chiesto consiglio proprio ai cittadini, aggiungendo al proprio sito la voce “Obiezioni e suggerimenti pubblici”. Così, tra le tante voci che hanno espresso la propria opinione in merito e che hanno provato ad immaginare una sorta di “città ideale” c’è anche quella di una bambina.

Si chiama Avira Bath e ha provato a pianificare la “sua” Delhi. “Dopotutto – scrive Avira in un articolo pubblicato su Scroll.in – il piano generale modella una città che verrà ereditata dai bambini di oggi tra 20 anni. Quindi mi sembra giusto che a determinare il futuro di una città siano proprio i suoi figli più piccoli”.

Ma come dovrebbe essere la Delhi del futuro secondo Avira? Cosa cambierebbe un bambino del luogo in cui vive se avesse una bacchetta magica in mano? “Innanzitutto, penserei allo spazio pubblico: strade, piazze pubbliche, parchi e spiagge” scrive la giovane 12enne: “Gli spazi pubblici dovrebbero essere liberi, puliti, igienici e accessibili a tutti”. Basta divieti del tipo ‘Vietato calpestare le aiuole’, basta recinzioni e limitazioni di un’area verde. Ma, ancor più importante nelle idee di Avira è la vivacità: “C’è solo cemento e vetro ovunque, il che rende le nostre città intimidatorie, meccaniche, noiose e poco originali – scrive -. Quando avevo cinque anni, guardando gli edifici di vetro: li immaginavo come dei robot che cercavano di mangiarmi”. Per migliorare questa visione mortifera e decisamente poco a misura di bambino, Avira ha un’idea ben precisa: sfruttare l’arte dei graffiti per vivacizzare e colorare l’ambiente.

“Infine, vorrei soffermarmi sui valori – conclude la studentessa -. Penso che qualsiasi spazio vitale sulla terra dovrebbe avere valori decisi comunemente e con i residenti che li rispettano”. Valori comunitari e fondati sull’inclusione e sul coinvolgimento delle varie specificità. “Una città che accoglie qualcuno con tutto il cuore e che non discrimina in alcun modo”. E per rendere più inclusiva la Delhi dei suoi sogni, Avira propone una sorta di riunione cittadina in cui ognuno può esprimere le proprie idee, condividere i propri sentimenti e partecipare attivamente al benessere di un luogo.

Questa è la Delhi del futuro costruita con gli occhi, il cuore e i sogni di una bambina. Forse di progettazione urbanistica non c’è molto – come ammette la stessa Avira -, “ma la città è per tutti e ancor di più per il 41% delle persone che hanno meno di 18 anni perché saranno i cittadini di domani. Pertanto, è essenziale tenere in conto anche i loro input quando si pianifica per il futuro”.