La ricetta di Pechino: lavorare (e consumare) a 70 anni

La ricetta di Pechino: lavorare (e consumare) a 70 anni

In difficoltà per gli squilibri demografici provocati da trent’anni di politica del figlio unico ora la Cina punta a prolungare l’età lavorativa per centrare gli obiettivi economici. Mentre tra i maggiori produttori locali è boom di prodotti tecnologici pensati su misura per gli over-65

 

La Repubblica popolare cinese guarda a due traguardi ambiziosi. Il primo è quello programmato per il 2021 di uscita dalla povertà di quanti sono stati finora solo sfiorati o addirittura ignorati dal fenomenale sviluppo del Paese; il secondo – entro il 2035 – il raggiungimento della piena maturazione delle politiche già avviate di riforma e sviluppo e di fatto il sorpasso sugli Stati Uniti come economia di riferimento del pianeta.

Per arrivarci Pechino, però, ha anche bisogno di alimentare di forza-lavoro la sua macchina produttiva dopo il sostanziale fallimento dell’apertura a una prole più ampia di quella del figlio unico concessa per politica ufficiale per un trentennio dall’inizio degli anni Novanta e conclusasi di fatto solo nel 2015.

Stili di vita, evoluzione sociale, inurbamento accelerato e costi sempre più elevati associati a un welfare essenziale hanno disincentivato quel balzo della natalità che i pianificatori consideravano essenziale al mantenimento dei tassi di crescita demografica necessari. Di conseguenza vanno rivolgendosi ora ai cinesi in età avanzata. Attualmente il 12,6% dei cinesi (circa 180 milioni) ha più di 65 anni, ma le statistiche ufficiali indicano che diventeranno 300 milioni entro il 2025, in un contesto di calo della popolazione.

Alla fine di novembre il governo ha annunciato il lancio di politiche specifiche indirizzate agli anziani per rilanciare i consumi e sviluppare le risorse umane. Queste ultime con una riqualificazione professionale centrata sulle tecnologie digitali e un uso quotidiano delle nuove tecnologie nel campo medico, ricreativo e dei servizi. Già ora oltre 100 milioni di ultra-cinquantenni accedono a internet dai loro smartphone trascorrendovi in media 136 ore ogni mese. Anche per la fascia di età superiore la penetrazione dei servizi online è crescente, soprattutto per accedere ai servizi commerciali. In questo coadiuvati da apposite proposte delle aziende che mirano ad accaparrarsi quote sostanziose di un mercato – quello dello shopping dedicato agli anziani – del valore stimato per l’anno in corso in 520 miliardi di euro.

Tecnologie dedicate agli over-65 sono anche sviluppate dai maggiori produttori cinesi di strumenti di comunicazione, in cooperazione con motori di ricerca locali e aziende in grado di produrre software dedicato a utenti in età più avanzata.
Obiettivo nel medio futuro è di puntare a un’età pensionabile prossima ai 70 anni contro i 60 anni di oggi, ma con un diritto alla pensione che non è universale e generalmente non garantisce un reale benessere. Fornire, dunque, servizi – socio-sanitari in primo luogo – che consentano una migliore qualità e maggiore durata della vita e una più prolungata permanenza in attività a fronte di un carico relativo sui costi pubblici.

Stime di esperti cinesi indicano come uno spostamento dell’uscita dal mondo produttivo a 65 anni consentirebbe di incrementare del 9 per cento la forza-lavoro garantendo così un incremento di grande importanza strategica e pratica, con un impatto anche sulla domanda interna. Sostenendo così quello sviluppo del mercato nazionale che il presidente Xi Jinping ha evidenziato come strategico nei prossimi anni, anche per affrancarsi in parte da rapporti con l’estero che risultano problematici sul piano politico e strategico.

 

Foto: Flickr / Whitecat Sg