La morte di Jean Vanier, gli scartati come luce

La morte di Jean Vanier, gli scartati come luce

Si è spento stanotte all’età di novant’anni Jean Vanier, 90 anni, fondatore della Comunità dell’Arca, che coi malati psichici ha mostrato al mondo la profezia degli scartati. Le sue comunità sono diventate volto dell’annuncio anche in diversi Paesi in cui opera il Pime

 

La Comunità dell’Arca piange la morte di Jean Vanier, spentosi questa notte all’età di novant’anni dopo una lunga malattia.

Con Vanier se ne va un grande testimone di uno sguardo di fede sul mondo delle disabilità: «Sono coloro che sono stati rifiutati a farci entrare in un incontro con Dio», amava ripetere. È intorno a quest’idea è nata la Comunità dell’Arca, un modello di vita comunitario in cui le persone con e senza disabilità mentali vivono insieme come presenza evangelica.

Nato a Ginevra nel 1928, figlio del governatore del Canada, Vanier decise nel 1950 di lasciare la carriera nella marina militare, studiò filosofia e teologia e nel 1964 andò a vivere con un religioso dominicano e due malati provenienti da un istituto psichiatrico in una casetta a Trosly, in Francia. Oggi le case-famiglia dell’Arca sono 150 in 38 Paesi del mondo: piccole comunità dove le persone con disabilità mentale e coloro che se ne prendono cura, chiamati “assistenti”, vivono insieme, lavorano e condividono la quotidianità. Parallelamente in tutto il mondo sono nati circa tremila gruppi “Fede e luce”, nei quali i genitori e gli amici di persone con problemi mentali si sostengono a vicenda.

Per Jean Vanier la debolezza è un dono e un’opportunità, che porta le persone a dare il meglio di sé; una comunità basata sull’amore in cui la fragilità è accolta permette di superare le divisioni, anche quelle religiose e culturali, e costruire un mondo più umano. Nel 1997 anche in Bangladesh, Paese a stragrande maggioranza musulmano, è nata una comunità dell’Arca, nella città di Mymensing, a Nord della capitale Dacca. Un piccolo segno profetico in un contesto in cui lo stigma e il pregiudizio nei confronti dei disabili – e ancora più dei malati mentali – è ancora forte. Una realtà che i missionari del Pime in Bangladesh conoscono bene: c’è una collaborazione stretta, ad esempio, tra l’Arca e la casa per i disabili aperta dal Pime a Rohanpur, nel nord del Paese, un piccolo centro per persone con disabilità fisica chiamato Snehonir, “Casa della tenerezza”.

Leggi qui un articolo di Emanuela Citterio in cui padre Franco Cagnasso racconta l’esperienza della comunità dell’Arca in Bangladesh

Al carsima della comuntà dell’Arca si ispirano anche le case famiglia della Fu Hong Society a Hong Kong, di cui è l’anima padre Giosuè Bonzi, anche lui missionario del Pime

Leggi qui l’articolo «Dove l’amore è di casa» in cui padre Giosuè Bonzi raccontava questa esperienza