Skip to main content
Icona decorativa, Icona decorativa6 Maggio 2019 Redazione

Onayekan: «Il presidente di un Paese da cui i giovani vogliono emigrare dovrebbe dimettersi»

I vescovi della Nigeria riuniti per due giorni per parlare di emigrazione. Il cardinale di Abuja: «Sentire i giovani raccontare che è meglio vivere altrove è il fallimento della leadership di una nazione»
  «Se fossi il presidente di una nazione dove i cittadini vedono un futuro solo nell’emigrazione non esiterei a dimettermi». È la denuncia lanciata dal cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria, alla vigilia dell’incontro che vedrà per due giorni i vescovi nigeriani riuniti per affrontare il tema dell’emigrazione. Un summit che si annuncia come un duro atto di accusa verso una classe dirigente inacapace di sollevare la testa oltre i propri tornaconti personali. «Le autorità dovrebbero rendere la Nigeria la casa dei nigeriani e lo stesso vale per altre nazioni africani – ha dichiarato in una conferenza stampa il proporato nigeriano -. Oggi invece sentiamo i nostri giovani insistere nel raccontare che i pascoli più verdi sono altrove anche quando le cose non stanno così. Se vivi in una nazione dove i giovani ti raccontano che è meglio vivere altrove, questo è il segnale di un fallimento di un’intera leadership». «Se fossi il presidente di un paese come questo – ha aggiunto il cardinale Onaiyekan – e continuassi a sentire frasi del genere dai miei giovani non esiterei un attimo a dimettermi. Ricordo bene bene quando da bambino a scuola, ormai decenni fa, amavo la Nigeria e lo affermavo apertamente perché potevo contare su un governo che si prendeva cura di me e avevo davanti a me delle promesse per il futuro. La situazione di oggi è esattamente l’opposto». «Quando giro per le strade di Roma, Milano o Napoli e vedo le figlie di questo Paese in vendita sulle strade mi vergogno – ha aggiunto ancora il porporato -. Mi fermo e provo anche a salutarle, ma non riusciamo nemmeno a comunicare perché molte sono state portate via dal villaggio senza nemmeno conoscere un’altra lingua. Tutto quello che sanno l’hanno imparato sulla strada in Italia. E di questo non posso che vergognarmi per il mio Paese».

Articoli correlati

Comboniani a Pescopagano con italiani e migranti

Icona decorativa5 Luglio 2025
Icona decorativaNicola Nicoletti
Una nuova presenza missionaria in una piccola frazione della provincia di Caserta, in prima linea rispetto ai fenomen…

Incontri che trasformano il domani

Icona decorativa16 Giugno 2025
Icona decorativaRedazione
Viaggio in Guinea-Bissau alla scoperta dei frutti nati dai progetti passati e delle tante iniziative in corso: tra is…

I nuovi volti del Pime

Icona decorativa16 Giugno 2025
Icona decorativaGiorgio Bernardelli
Sei missionari originari dell’Africa e dell’Asia diventano sacerdoti durante l’estate. Con loro anche un prete dioces…