L’Orchestra del mare “sbarca” alla Scala di Milano

L’Orchestra del mare “sbarca” alla Scala di Milano

L’Orchestra del Mare – che utilizza strumenti ricavati dai legni delle barche dei migranti e realizzati dalle persone detenute del carcere milanese di Opera – si esinisce questa sera nel tempio della lirica milanese. Un concerto che unisce simbolicamente arte e impegno sociale, grazie alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti

È un progetto partito da lontano, sia geograficamente che nel tempo. È approdato a Lampedusa, per poi far tappa in alcune carceri italiane e trasformarsi da viaggio della sofferenza a esperienza di rinascita e di bellezza. Che ora raggiunge un altro approdo: quello del teatro alla Scala di Milano. L’Orchestra del Mare – che utilizza strumenti ricavati dai legni delle barche dei migranti e realizzati dalle persone detenute del carcere milanese di Opera – si esibirà infatti oggi, lunedì 12 febbraio alle ore 20.30, nel tempio della lirica milanese. Un concerto che unisce simbolicamente arte e impegno sociale, grazie alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, che ha dato vita al progetto Metamorfosi, a cui andrà il ricavato della serata.

«Tutto è cominciato agli inizi del Duemila – spiega il presidente della Fondazione Arnoldo Mosca Mondadori – quando, insieme all’associazione Amani, decidemmo di portare un simbolo sull’isola di Lampedusa». Grazie alla collaborazione con l’artista Mimmo Palladino venne realizzata e installata la “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”, un monumento alto cinque metri alla memoria dei migranti deceduti in mare. «Quando andammo a inaugurarla – ricorda Mosca Mondadori -, vedemmo le barche naufragate e con l’allora arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro decidemmo di farne delle croci che ora sono in migliaia di chiese di tutta Europa. Dopodiché abbiamo iniziato a realizzare dei presepi con le persone detenute nel carcere di Opera, nei pressi di Milano. E, da lì, quasi casualmente è nata l’idea di fare con quei legni anche degli strumenti musicali». Il primo ha visto la luce circa tre anni fa: un bellissimo violino che simbolicamente interpreta le vibrazioni di quella attraversata del Mediterraneo, piena di rischi e spesso funestata da troppi morti, in una melodia che sa di ricordo, di dignità e di speranza. Anche per chi lo ha realizzato.

«Grazie alla collaborazione di alcuni maestri liutai, come Enrico Allorto e Carlo Chiesa con la sua équipe – continua il presidente – è nato un laboratorio di liuteria dentro il carcere di Opera. E adesso abbiamo il sogno di crearne un altro all’esterno. Dobbiamo ringraziare il direttore Silvio Di Gregorio che ci ha creduto moltissimo. Non solo ci ha sostenuti, ma ha portato anche alcune barche al centro del carcere. L’abbiamo chiamata la “piazza del silenzio”. Una delle tre barche ha la prua rivolta verso l’esterno, come a indicare che c’è sempre un oltre. Di un’altra c’è solo lo scheletro a simboleggiare che possiamo – e talvolta dobbiamo – spogliarci di tutto il nostro bagaglio, per quanto pesante possa essere, per rivestirci di una vita nuova e rinascere».

Attraverso un accordo con l’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, sono state quindi recuperate un centinaio di imbarcazioni. «Molte contenevano ancora gli oggetti dei migranti – racconta Mosca Mondadori -. È stato commovente vedere con quale grazia le persone detenute toccavano quei legni e come, anche attraverso gli oggetti dei migranti rimasti sulle imbarcazioni, prendessero sempre più coscienza dei drammi di tante persone. Hanno visto il legno, lo hanno toccato e vi hanno sentito la presenza dell’umano. E così si sono sentiti molto coinvolti anche nel trasmettere ai giovani e agli studenti in visita nel penitenziario l’importanza di prendere sul serio il tema delle migrazioni».

Quel lavoro – al tempo stesso manuale e concettuale – si è concretizzato nella realizzazione di dieci meravigliosi violini, due viole, due violoncelli e un contrabbasso che alla Scala di Milano verranno suonati da alcuni musicisti d’eccezione come i violoncellisti Mario Brunello e Giovanni Sollima, accompagnati dal violinista francese Gilles Apap e dai musicisti dell’Accademia dell’Annunciata diretta da Riccardo Doni. Inoltre, l’artista Mimmo Paladino, che è stato nuovamente coinvolto anche in questa iniziativa, ha offerto come scenografia la sua installazione de “I Dormienti” con un’immagine scenica che rievoca il dramma dei migranti naufragati. Lo scrittore Paolo Rumiz, invece, leggerà un suo testo scritto appositamente per la serata.

Sono tutte storie di rinascita e di “metamorfosi” quelle che popoleranno, attraverso le note dell’Orchestra del mare, il palcoscenico della Scala. Un’occasione unica in cui «ciò che viene ritenuto, come dice Papa Francesco, “scarto”, si trasformerà in armonia e speranza. Sono grato alla Scala – dice Mosca Mondadori – per dare voce a tutto questo».

Il concerto sarà realizzato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e verrà trasmesso in diretta streaming nelle carceri di Opera, Monza, Rebibbia e Secondigliano, che aderiscono al progetto, per permettere alle persone detenute di poter assistere a questo importante momento di cui loro stessi sono protagonisti. Il ricavato della serata andrà a sostenere il progetto Metamorfosi, aiutando a finanziare non solo il laboratorio di Opera, ma anche quello di Secondigliano a Napoli – dove uno degli strumenti è stato suonato da Sting -, e quelli di Rebibbia e Monza, dove con i legni delle barche vengono realizzati anche oggetti di carattere sacro, come i rosari.

La serata è resa possibile grazie a: Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara, Confcommercio, Fondazione Santo Versace Ente Filantropico ETS, Fondazione Alberto e Franca Riva Ente Filantropico, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, Fondazione San Gennaro. Media Partner della serata sono ViviMilano Corriere della Sera e Radio Classica.

Informazioni e prevendita: biglietteria@aragorn.it; aragorn.vivaticket.it

Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti: 334 5705792