A Milano l’ultimo saluto a padre Gheddo

A Milano l’ultimo saluto a padre Gheddo

Nella chiesa di Sant’Anna Matrona questa mattina i funerali. Il messaggio dell’arcivescovo Delpini: «Prego perché ci incoraggi ad affrontare la sfida di incontrare ogni cultura col desiderio di edificare fraternità». L’omelia di padre Cervellera: «Ha servito la Chiesa così com’è e ha fatto in modo che incontrasse il mondo»

 

Un testimone che «ha donato fino all’ultimo tocco di polpastrelli sulla tastiera la sua vita al Signore». Con questa immagine proposta nell’omelia da padre Bernardo Cervellera – anche lui missionario e giornalista, cresciuto alla sua scuola – il Pime ha dato questa mattina l’ultimo saluto a padre Piero Gheddo, scomparso mercoledì all’età di 88 anni.

Molti i confratelli e gli amici che anche in questo sabato mattina a ridosso del Natale sono voluti essere presenti nella chiesa di Sant’Anna Matrona a Milano per il rito funebre. In prima fila, insieme ai parenti, suor Franca Nava – sua storica collaboratrice – e una rappresentanza del Comune di Tronzano Vercellese, dove padre Gheddo era nato nel 1929 e a cui è sempre rimasto molto legato. A presiedere il rito – a nome della Chiesa ambrosiana – è stato il vescovo ausiliare Paolo Martinelli, che al termine del rito ha letto un messaggio inviato dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.

«Ho conosciuto e stimato padre Gheddo dalla mia adolescenza in seminario fino al tempo della sua presenza presso l’Istituto Sacra Famiglia – ha scritto mons. Delpini -. Gli devo la conoscenza di figure memorabili della storia delle missioni, l’interesse per la storia, la cultura e le problematiche di molti Paesi del mondo, la consapevolezza che la missione esige una conversione culturale del missionario, l’urgenza di non dimenticare il vangelo mentre si promuovono le molteplici forme di solidarietà».

«Prego per lui – ha aggiunto l’arcivescovo di Milano -, perché nella comunione con il Padre che l’accoglie gioisca della comunione dei santi tra i quali abbraccia i suoi santi genitori e la folla innumerevole di coloro che ha edificato e istruito con i suoi scritti e la sua testimonianza. Chiedo a padre Gheddo di pregare per noi, per la nostra Chiesa diocesana e per tutti, perché il suo infaticabile lavoro di missionario giornalista ci incoraggi ad affrontare la sfida di incontrare ogni cultura e ogni persona con il desiderio di edificare una fraternità universale nel nome del Signore».

Anche il cardinale Angelo Scola ha inviato al Pime un messaggio in cui scrive che quanto padre Piero ha dato a tutta la Chiesa «in termini di comunicazione del vero senso della missione attraverso il racconto di tante testimonianze e l’equilibrato giudizio su tante situazioni di sofferenza, di contraddizione e di guerra costituisce un preziosissimo insegnamento».

 

Nell’omelia era stato padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews (una delle innumerevoli iniziative fondate da padre Gheddo) a provare ad abbracciare in uno sguardo unitario i suoi tantissimi volti. «Ieri pregavo davanti alla sua salma nella cappella dei martiri – ha raccontato Cervellera – e mi chiedevo se anche lui non sia stato un martire. Forse non nelle ferite fisiche del corpo (anche se nella sua vita non sono comunque mancate le scarpate ricevute), ma lo è stato certamente nel senso originario della parola: un testimone. Ha sempre scavato la bellezza dell’amore di Dio nelle parole che ha donato. È stato un servo del Vangelo in modo totale».

Padre Cervellera ha sottolineato in particolare la fedeltà alla Chiesa di padre Gheddo: «In un tempo in cui è fortissima la tentazione dei partiti e delle fazioni nella Chiesa, padre Gheddo ci lascia l’esempio di un uomo che non ha scelto nella Chiesa fior da fiore, ma l’ha sempre servita così com’è, nella fedeltà al Papa chiunque egli fosse. E ha fatto in modo che questa Chiesa incontrasse il mondo». Infine la sottolineatura sulla speranza che il missionario-giornalista trasmetteva: «Non c’era problema che in lui non trovasse luce nella fede. E quante persone, insieme al suo sorriso, hanno incontrato anche il conforto della carità».

Da parte sua il superiore generale del Pime, padre Ferruccio Brambillasca, ha ringraziato tutti quelli che in questi giorni hanno espresso la loro vicinanza al Pime e la gratitudine per quanto ricevuto da padre Gheddo. «Pensando agli incontri che in questi ultimi anni ho avuto con lui – ha concluso Brambillasca -, credo che ci lasci due parole in eredità: coraggio, andate avanti con fiducia. E poi l’offerta della vita fino in fondo per le missioni».

Al termine del rito la salma di padre Gheddo è partita per Villa Grugana a Calco (Lc) dove è stata tumulata nel cimitero dei missionari del Pime.