A Tamanrasset per vivere come Charles de Foucauld

A Tamanrasset per vivere come Charles de Foucauld

Nel Sud dell’Algeria la presenza cristiana è esigua. Così la Famiglia spirituale di Charles de Foucauld ha lanciato un appello a laici e religiosi che abbiano il desiderio di vivere nell’eremo dove il «fratello universale» visse alle porte del deserto

 

Un tempo da trascorrere nel deserto perché non si spenga la testimonianza del beato Charles de Foucauld. Le Piccole Sorelle del Sacro Cuore di Tamanrasset e i Piccoli Fratelli di Gesù di Assekrem, in Algeria lanciano un appello a tutti i laici, religiose, religiosi o sacerdoti che potrebbero rendersi disponibili a vivere con loro per un periodo in questi due luoghi del Sahara algerino dove ha vissuto Charles de Foucauld.

A Tamanrasset de Foucauld arrivò agli inizi del ‘900 dopo essere stato in Terra Santa. Nato a Strasburgo da una nobile famiglia, era stato in Nord Africa in gioventù durante il servizio militare, ma aveva poi abbandonato l’esercito perché più interessato alle esplorazioni geografiche del Marocco. Dopo essere stato diverso tempo a Nazaret, venne ordinato sacerdote in Francia nel 1901 e si trasferì in Algeria qualche anno dopo. A Tamanrasset costuì un primo un eremo e si dedicò alla difesa delle popolazioni locali dai predoni, ma venne assassinato nel 1916 proprio durante un agguato. La sua morte è stata però un seme che attraverso i suoi scritti ha lasciato un’impronta profonda nella spiritualità del Novecento, ispirando anche tanti missionari. Per questo nel 2005 Charles de Foucauld è stato proclamato beato.

Dagli anni ’50 i fratelli e le sorelle della sua famiglia spirituale si sono stabiliti nei luoghi dove de Foucauld trascorse gli ultimi undici anni della sua vita. Il contesto odierno è sicuramente cambiato rispetto agli inizi del XX secolo. L’antico villaggio di Tamanrasset che al tempo contava una ventina di capanne è oggi un polo amministrativo e militare di più di 150 mila abitanti in cui convivono etnie diverse: haratin, tuareg, arabi, cabili e mozabiti ai quali si aggiungono i migranti provenienti dall’Africa subsahariana.

L’altopiano di Assekrem invece, a 2800 metri sul livello del mare, ospita un eremo rimesso a nuovo dai fratelli, che instancabili ne hanno costruiti altri più piccoli intorno offrendo “un luogo propizio al silenzio, alla contemplazione e al ritiro spirituale”, come si legge nell’appello comune che hanno redatto e riportato dal sito La Croix.

Ma questi luoghi purtroppo rischiano di svuotarsi. Ad Assekrem oggi risiedono solo due fratelli, mentre altri due insieme a una Piccola Sorella del Sacro Cuore abitano a Tamanrasset. Da qui l’idea di lanciare un invito a chiunque voglia fare esperienza forte di spiritualità alle porte del deserto e conoscere i luoghi del beato de Foucalud.

Le sue famiglie religiose sono infatti pronte ad accogliere chi abbia “desiderio di un tempo nel deserto, di riposo e di studio”, alla maniera di fratello Charles, “nella preghiera e nell’accoglienza di tutti”. L’aspirazione è quella di mantenere una presenza di amicizia e di preghiera in mezzo ad una popolazione essenzialmente musulmana.

A giugno di quest’anno il vescovo della diocesi di Laghout Ghardaïa, John MacWilliam, aveva lanciato un’altra richiesta, di aiuto finanziario, a favore soprattutto delle sorelle del Sacro Cuore che si occupano quotidianamente delle persone più svantaggiate. I loro ambienti di permanenza avevano infatti bisogno di una ristrutturazione, visto che dal 1952 non erano mai stati rinnovati. Ora, invece, tutto ciò che manca sono dei volontari con il desiderio di mantenere viva la presenza cristiana in questi eremi nel profondo Sud del deserto algerino.