Il film “La storia di Souleymane” racconta due giorni nella vita di un rider guineano a Parigi in attesa del colloquio per ottenere lo status di rifugiato. Costretto a un lavoro abusivo, è sfruttato e sottoposto a ritmi disumani, sotto lo sguardo indifferente della gente
L’incontro dei movimenti popolari italiani, radunati oggi in Fiera a Verona attorno a cinque tavoli tematici, precede il grande evento dell’Arena di Pace che si terrà domani alla presenza di Papa Francesco
Con oltre sette milioni di migranti è la seconda ondata al mondo dopo quella dei siriani. Un esodo che dura da anni a causa del collasso economico del Paese. E che vede la Chiesa del Roraima in prima linea per offrire dignità e integrazione
Promosso dalla Fondazione Oasis un appello firmato dal cardinale Angelo Scola e da alcune personalità cristiane e musulmane per una risposta comune alla tragedia avvenuta al largo di Crotone. «Siamo chiamati a impegnarci insieme contro le ingiustizie e l’oppressione che sono spesso alla base della decisione di partire, contrastando le chiusure nazionalistiche ed egoistiche e condannando l’azione senza scrupoli di trafficanti di uomini e scafisti»
Quando a fuggire sono i minorenni. Da soli. Il tema delle migrazioni raccontato dalla prospettiva dei più piccoli è al centro del nuovo film dei fratelli Dardenne, in uscita in Italia il 24 novembre. Racconta la storia di un bambino e di un’adolescente africani che si fingono fratelli per affrontare insieme le difficoltà
Ben 191 calciatori delle 24 nazionali africane che si stanno contendendo il titolo continentale in Camerun sono nati in Europa: i figli della diaspora decidono sempre più spesso di militare nelle squadre dei Paesi d’origine. Solo un giocatore delle Comore è originario dell’arcipelago, mentre il portiere della Guinea Bissau è nato a Cuneo
Ex raccoglitore di pomodori in Puglia oggi a 51 anni è un imprenditore nella Bergamasca: «La gente in Senegal è stanca e vuole cambiare, sogno un futuro migliore per il mio Paese»
Luis è uno dei 600.000 figli di immigrati senza documenti autorizzati nel 2012 dall’amministrazione Obama a restare negli Stati Uniti ma tuttora senza uno status giuridico che li garantisca. Studente alla Northern Arizona University ha corso il minimo olimpico che gli dà diritto a partecipare alla gara dei 5000 metri piani. A Tokyo sarà il primo atleta a scendere in pista per il Guatemala dal 2000, ma anche un simbolo di tutti gli altri “dreamers”