Dal villaggio di La Concordia, sulle montagne messicane del Guerrero, ci scrive padre Mauro Pazzi, che sta cercando di far partire un piccolo dispensario e un centro giovanile per essere ancora più vicini e solidali con le popolazione mitxteche con cui vivono i missionari del Pime
Carissimi amici, come molti di voi sanno, ci troviamo in un villaggio di circa mille abitanti, La Concordia, situato, nello Stato del Guerrero in Messivo. Siamo a circa 800 metri di altezza in un ambiente molto isolato dove per raggiungere la città più vicina occorre viaggiare in fuoristrada per un’ora e mezza e con la stagione delle piogge tutto si complica ancora di più.
Viviamo in una comunità di persone indigene mixteche, con una cultura diversa rispetto a quella della gente di città, come modo di pensare, di vestire, di lavorare, di stare insieme, e anche di vivere anche la religione. L’isolamento e la chiusura di queste persone e di questi popoli hanno fatto sì che questa cultura si consolidasse in secoli di storia.
Noi missionari qui stiamo bene; da sempre siamo accolti con grande senso di ospitalità e amicizia.
Anche il fatto della distanza dalla città in realtà non è un grosso problema, sia per noi che abbiamo mezzi di trasporto adeguati, sia per gli abitanti di queste comunità che da sempre vivono così: isolate, emarginate, separate…
Il problema della distanza diventa importante in caso di urgenza sanitaria, quando l’esperienza della gente e i metodi curativi naturali non sono più sufficienti. Per questo è nata l’idea di realizzare un ambulatorio medico con dispensario farmaceutico, in modo da poter essere, in qualche modo, di aiuto alle persone bisognose di assistenza. Ci sarà il medico o l’infermiere? Ancora non lo sappiamo. Intanto cerchiamo di dare il nostro contributo.
Altro tema centrale, che dà senso e ragione a una presenza missionaria in quest’area del Messico, è il tema dell’educazione. Il Messico è uno dei Paesi più violenti al mondo: si stimano circa 70 morti violente (omicidi) al giorno, tratta di persone e rapimenti, abusi su minori e violenza domestica, narcotraffico e corruzione… È la realtà che, anche se in modo minore, affligge le nostre comunità.
La crisi educativa dunque diventa una priorità e un’urgenza su cui intervenire se si vuole ottenere qualche prospettiva di cambiamento, partendo dall’istruzione dei più piccoli e investendo sui giovani.
Per queste ragioni è nato anche il progetto di un centro educativo giovanile che, oltre a organizzare attività per bambini e ragazzi di tipo ludico e pedagogico, vorrebbe proporre anche iniziative di tipo scolastico (doposcuola) e adozioni.
L’idea è quella di accogliere un medico o un infermiere che si occupi dell’area socio-sanitaria e uno o più educatori che si occupino dell’area socio-educativa.
Le varie costruzioni e ristrutturazioni sono attualmente in opera, anche se nei mesi scorsi tutto è stato rallentato dalle piogge quotidiane. Inoltre, anche l’aspetto economico non è cosa da poco: una volta concluse le costruzioni ci sarà da pensare anche a tutti gli arredi, i materiali e le strumentazioni necessari per dar vita all’ambulatorio medico e al centro giovanile.
Come diceva un amico prete: «Educazione e salute sono due missioni decisive che fanno parte integrante dell’annuncio del Vangelo».
Grazie di cuore a tutti coloro che, con poco o con molto, con una parola o una mano, un dono o una preghiera ci sono vicini e, insieme a noi, credono a questo sogno.
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Causale: Offerta per progetto padre Mauro Pazzi Messico Ct. IM.