Marcello Candia, i poveri e lo stile della carità

Marcello Candia, i poveri e lo stile della carità

Ricevendo in udienza la Fondazione che ne continua l’opera papa Francesco ha elogiato l’impegno «senza paternalismo» dell’imprenditore milanese che dopo l’incontro con mons. Pirovano lasciò tutto per servire gli ultimi in Amazzonia. E alla sua intercessione ha affidato i malati e i più poveri ed emarginati del Nord Est del Brasile

 

«Sono contento di incontrarvi e di ringraziare con voi il Signore per 40 anni di attività della Fondazione Marcello Candia. Lui stesso la fondò nel 1982, e l’anno dopo partì per il Cielo. Ora noi lo veneriamo e chiediamo la sua intercessione, specialmente per i malati e i più poveri ed emarginati del Nord Est del Brasile, dove egli ha lavorato per tanti anni». Con queste parole papa Francesco ha accolto oggi in udienza in Vaticano la Fondazione Marcello Candia, che continua l’opera del laico milanese – oggi venerabile – che spinto dall’incontro con mons. Aristide Pirovano, missionario del Pime e vescovo di Macapà, negli ani Sessanta scelse di lasciare la sua attività di imprenditore per mettersi al servizio dei poveri.

Nel suo discorso papa Francesco ha ripercorso lo stile suggerito da Paolo VI a Marcello Candia per questo suo servizio: «Disse a Candia: “Se fa un ospedale in Brasile, lo faccia brasiliano…”. Cioè ben inserito nella realtà locale, coinvolgendo la gente del posto… Anche se magari un po’ di stile milanese lo avrà messo! L’inculturazione: prendere la cultura del posto dove andiamo a lavorare. “Faccia attenzione – continuava Paolo VI – ad evitare ogni sorta di paternalismo, non imponga le sue idee ad altri, anche con buona intenzione”. Candia era un imprenditore, era abituato a decidere in prima persona, perciò doveva imparare a guidare le cose in un altro modo. “Faccia l’ospedale non solo per i brasiliani, ma con i brasiliani”. Non solo per, ma con. Questo è importante, è una regola generale della carità: lavorare con le persone destinatarie del servizio». «E aggiungeva – ha ricordato ancora papa Francesco -: “Si proponga come obiettivo finale di non essere più necessario”. Questo è saggio! Tante volte qui, anche noi nella Chiesa, troviamo gente di valore, preti, vescovi, ma credono che la storia della salvezza passi da loro, di essere necessari. Nessuno, nessuno è necessario assolutamente».

Uno stile che continua ancora oggi attraverso la Fondazione, che è la concreta conseguenza del suo slancio missionario: «Mi congratulo – ha detto ancora il pontefice – perché voi vi sforzate di seguire questa strada. Infatti, la Fondazione non gestisce in proprio le opere, ma sostiene le comunità locali e i missionari nelle iniziative con malati, lebbrosi e persone in diverse situazioni di bisogno. E un altro merito che avete è che i costi di mantenimento della Fondazione sono minimi, quasi tutto va alle opere in Brasile. E questo è molto importante. Vi incoraggio ad andare avanti, nello spirito e nello stile del venerabile Marcello Candia – ha concluso -. La Madonna vi accompagni».

Nata nel 1982 ed entrata in attività alla morte di Marcello Candia – l’anno successivo – la Fondazione si prefigge di dare continuità alle opere da lui iniziate e di svilupparne altre sollecitate da esigenze contingenti. Prevalentemente promuove iniziative a favore dei lebbrosi, dei bambini, degli ammalati e dei poveri del Brasile con particolare riferimento alla Regione Amazzonica e a quelle del Nord-Est, che sono le più povere del Paese. I fondi raccolti vengono destinati alle diverse iniziative e trasmessi direttamente ai responsabili di ogni singola opera.

Per ulteriori informazioni visita a questo link il sito della Fondazione Marcello Candia.