USA: come votano i poveri?

USA: come votano i poveri?

Mentre la più grande potenza mondiale si appresta al cambio di presidenza, c’è una sua altra faccia che non fa notizia: l’America che non conta, quella degli scartati. Ecco perché vale la pena raccontarla.

Martedì 8 novembre gli Stati Uniti avranno un nuovo presidente, e gli ultimi aggiornamenti dicono che a spingere Hillary Clinton sono ora gli elettori ispanici, che hanno approfittato del fine settimana per recarsi in massa alle urne per il voto anticipato. I dati di questa affluenza in stati chiave come la Florida o il Nevada fanno ben sperare lo staff dell’ex segretario di Stato, anche se finora non si è registrato il boom del 2008 quando in gara c’era Barack Obama.

novembre-copL’America degli esclusi, quella dei più poveri dei poveri, che in questi mesi non è riuscita a fare breccia nella retorica della campagna elettorale dei due sfidanti alle presidenziali Usa. Entrambi i candidati, la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, erano concentrati nel corteggiare soprattutto la classe media, ritenuta quella con il potere di spostare il voto e che cerca un leader che possa far ritornare l’economia ai livelli pre-crisi. Ma c’è tutta una fascia di popolazione caduta in povertà che non ha più gli strumenti per risollevarsi. Come voteranno queste persone e, soprattutto, cosa avrà da dire loro il prossimo presidente degli Stati Uniti?

Ben 43 milioni di americani (su una popolazione di 324 milioni) vivono in povertà. Tra questi, 14,5 milioni di minori. Molti di loro (565 mila) hanno perso la casa e 8 milioni sono a caccia di un lavoro, spesso con scarse speranze se, per esempio, hanno più di cinquant’anni. Tra gli oltre 60mila senza tetto di New York, 15 mila sono famiglie e 23.400 minori, e si tratta solo degli homeless che dormono nei rifugi e sono tracciati dalle statistiche. Americani ai margini, che raramente fanno notizia. Secondo la Coalition for the Homeless non si vedevano cifre simili dai tempi della Grande Depressione degli anni Trenta.

Noi crediamo che sia un tema di cui vale la pena di occuparsi. Per questo la copertina del numero di novembre di Mondo e Missione è dedicata all’altra America, quella “USA e getta”, a quell’umanità “scartata” che ha bisogno di riscatto. Per leggere il reportage dagli USA di Chiara Basso clicca qui. Qui invece un approfondimento su Detroit e sulla presenza del Pime in questa città colpita violentemente dalla crisi e che oggi si sta riprendendo, anche grazie ad attività di solidarietà che vedono protagoniste le parrocchie, i missionari e le associazioni di quartiere.