I vescovi Usa sui militari al confine col Messico: «Non siamo zona di guerra»

I vescovi Usa sui militari al confine col Messico: «Non siamo zona di guerra»

 

I vescovi delle otto diocesi dalla California al Texas sull’intenzione di Trump di schierare la Guardia nazionale per fermare chi arriva dal Messico: «Siamo preoccupati per una retorica divisiva che disumanizza i migranti, trasformandoli tutti in criminali»

«Riconosciamo il diritto delle nazioni a controllare e rendere sicuri i confini; ma riconosciamo anche la necessità che le nazioni rispettino lo stato di diritto. E la legge corrente negli Stati Uniti giustamente prevede che quanti giungono nel nostro Paese fuggendo da una persecuzione siano titolati a un trattamento consono mentre le loro domande sono esaminate».
È quanto scrivono in una dichiarazione comune gli otto vescovi delle diocesi degli Stati Uniti che si trovano sul confine con il Messico, dopo che due giorni fa il presidente Donald Trump ha annunciato l’intenzione di schierare la Guardia nazionale come ulteriore misura per fermare l’arrivo dei migranti. Il testo porta la firme dei presuli delle Chiese locali che vanno da San Diego in California fino a Brownsville in Texas ed esprime profonda preoccupazione per il clima che questo tipo di annunci alimentano.
«La continua militarizzazione – scrivono i vescovi – distorce la realtà della vita reale sul confine: questa non è una zona di guerra ma al contrario comprende molte comunità pacifiche e rispettose della legge che sono anche generose nella loro risposta alla sofferenza umana. Cercare rifugio dalla persecuzione e dalla violenza in cerca di una vita pacifica per se stessi e per la propria famiglia non è un crimine».
«Esprimiamo la speranza che le nostre autorità locali, statali e federali – concludono – vorranno operare in maniera coordinata e prudente in questo dispiegamento, assicurando che la presenza della Guardia nazionale sia misurata e non distrugga la vita comunitaria. Siamo inoltre profondamente preoccupati per il fatto che in questo tempo una retorica divisiva spesso promuove una disumanizzazione dei migranti, come se fossero tutti minacce o presenze criminali. Facciamo appello ai cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà affinché vadano oltre la retorica disumanizzante sui migranti e ricordino che sono persone vulnerabili, nostri vicini, e nostre sorelle e fratelli in Cristo».