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Icona decorativaIcona decorativa25 Aprile 2016 Redazione

Nepal, oltre l’anniversarite

La testimonianza di Enrico Crespi, che per il consorzio di piccole ong Take Care Nepal tiene acceso un riflettore sulla quotidianità del Paese colpito un anno fa da un terremoto, ma anche da tante altre macerie
  «Due anniversari: nell’aprile 2006 finiva la decennale guerra civile fra maoisti e monarchia. Nell’aprile 2015 la prima scossa di terremoto. Ci sono villaggi, nei distretti di Kavre, Sindhupalchok e altri in cui famiglie hanno avuto vite e case distrutte durante il conflitto e ancora attendono giustizia e risarcimenti. Negli stessi distretti ed in altri 12 circa 10 milioni di persone hanno avuto case e beni distrutti dal terremoto e attendono gli aiuti promessi. 2,5 milioni di persone hanno passato un monsone e un inverno in alloggi di fortuna in montagna e in collina. Prenderanno pioggia anche fra qualche mese. Ora piovono a Kathmandu (raramente nei villaggi) centinaia di giornalisti. Giustamente l’amico Dixit si chiede: “Alla stampa internazionale che è stata qui una settimana l’anno scorso e che ha già cominciato a paracadutarsi qui per le immancabili storie sull’anniverario, vorremmo chiedere: dove eravate quando questa nazionae è rimasta bloccata per quattro mesi?”». Proprio mentre le notizie sull’Ecuador sono già sparite dai nostri notiziari, oggi tocca al primo anniversario del devastante terremoto che il 25 aprile 2015 colpì il Nepal. E in un sistema dell’informazione che si nutre di anniversari probabilmente oggi ci sarà qualcuno che se ne ricorda. Ma i dodici mesi trascorsi in Nepal sono stati duri non solo per fenomeni che nulla hanno a che fare con le scosse telluriche. A sottolinearlo nel post che abbiamo ripreso qui sopra è Enrico Crespi di Take Care Nepal, una delle poche realtà che tengono desta in Italia l’attenzione sul tormentato Paese himalayano. Take Care Nepal è infatti un consorzio di piccole ong italiane che portano avanti progetti di ricostruzione e sviluppo soprattutto nelle realtà più periferiche del Paese. Quelle che – come sempre – restano in coda negli interventi, in questo caso per di più ulteriormente rallentati dal braccio di ferro politico che ha portato al blocco delle frontiere, durato cinque mesi in Nepal. Leggi qui l’intervista «Nepal un anno di macerie» in cui sul numero di aprile di Mondo e Missione Enrico Crespi traccia il bilancio di quest’anno tragico vissuto dal Nepal. Ma anche della speranza che – partendo dal basso – Take Care Nepal sta aiutando a ricostruire

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