Le “Domande e risposte sull’Occidente” di Giulio Aleni

Le “Domande e risposte sull’Occidente” di Giulio Aleni

I libri in cinese del gesuita Giulio Aleni sono tradotti in Italiano a Brescia. Il promotore scientifico don Antonio Fappani e il p. Angelo Lazzarotto tra i primi studiosi del grande missionario del Seicento

 

Mercoledì 15 dicembre è stata presentata a Brescia la traduzione italiana del volume Domande e risposte sull’Occidente di Giulio Aleni (1582-1649), di cui ho scritto la prefazione. Il libro fu scritto in cinese nel 1637 mentre il missionario gesuita e bresciano svolgeva la sua attività missionaria nel Fujian (Cina). Questo è il volume numero cinque della traduzione e commento dell’Opera Omnia di Giulio Aleni perseguito da molti anni da Fondazione Civiltà Bresciana. Io vi ho contribuito curando, nel 2010, la traduzione e l’apparato scientifico del secondo numero della collana, ovvero Vita del Maestro Ricci, Xitai del Grande Occidente.

Al missionario bresciano ho dedicato anni di studio e la tesi di dottorato, tradotta e pubblicata anche in Cina. Devo il mio interesse verso Aleni e la partecipazione a questo importante e impegnativo progetto all’incoraggiamento di due persone molto care. Il primo è lo studioso e presbitero bresciano Antonio Fappani, fondatore e per molti anni presidente di Fondazione Civiltà Bresciana. Giulio Aleni è stato uno dei suoi cavalli di battaglia, e se oggi il grande missionario bresciano è oggetto di studio in varie parti del mondo lo si deve, in buona parte, proprio alle iniziative generose e lungimiranti di don Fappani. Ero ancora un giovane studioso quando mi invitò a Brescia all’indimenticabile convegno su Giulio Aleni del 1994. In quell’occasione era presente anche padre Angelo S. Lazzarotto, missionario del Pime che ha sostenuto l’opera di Fappani in molti modi, e ha indirizzato alla ricerca su Aleni vari studiosi, compreso il sottoscritto.

Antonio Fappani ci ha lasciato nel 2018, all’età di 95 anni. Angelo Lazzarotto ha oggi 96 anni, e vive serenamente nella casa del Pime di Lecco. A loro due, alla loro amicizia e collaborazione, vanno sentimenti di gratitudine e la dedica di queste righe.

Vorrei ora tornare all’opera presentata a Brescia lo scorso 15 dicembre. In Domande e Risposte sull’Occidente, Aleni offre ai lettori cinesi una immagine sintetica e piuttosto completa del mondo occidentale, ovvero dell’Europa. Il libro è in forma di dialogo, un genere letterario conosciuto sia nella tradizione cinese che occidentale, e frequentemente adottato dai missionari gesuiti. L’obiettivo di Aleni è delineare un’immagine armoniosa e positiva del mondo europeo, della sua cultura, dei sistemi di organizzazione e di governo della società basati sui principi del cristianesimo.

Le fonti di Aleni sono i libri già stampati dai missionari gesuiti in Cina. Ma Aleni legge anche i classici cinesi per dimostrare che il livello della civiltà occidentale era almeno pari a quella confuciana. Aleni infatti non manca di mostrare apprezzamento per la Cina, nazione di grande civiltà, riconoscendo la sua posizione centrale rispetto a tutti i Paesi vicini. Egli tuttavia non adotta la tradizione geografica cinese che la vede centro del mondo (zhongguo) e occupante la maggior parte del globo terrestre.

Il libro costituisce un invito ai lettori di conoscere e apprezzare il fatto che esistono altre grandi nazioni, di vaste estensioni e di grande civiltà. Aleni descrive i vari sistemi di governo in Europa come soggetti a una suprema e saggia autorità religiosa. L’autore espone la formazione accademica, i costumi e le virtù sociali europei.

Il libro non presenta la dottrina cristiana, ma evidenzia l’influenza della morale cristiana nella cultura politica, nelle relazioni sociali, nelle opere di assistenza e carità. La linea guida della vita sociale è il rispetto per il Signore del Cielo e l’amore per gli altri. La civiltà europea, secondo la narrazione di Aleni, è in ogni sua manifestazione la pratica applicazione della legge del Cielo. I missionari venuti dall’occidente, dopo aver percorso 90.000 li, hanno un solo desiderio: far conoscere il Signore del Cielo al popolo cinese.

A partire da Matteo Ricci, i missionari gesuiti trasmettevano ai letterati cinesi un’immagine idealizzata dell’Occidente, che rimaneva comunque lontana dalla tradizionale visione del mondo dei letterati cinesi. I quali mantenevano qualche dubbio circa quanto affermato da Ricci, Aleni, e gli altri gesuiti. Non era scontato, per loro, ammettere l’esistenza di civiltà sviluppate con usi e costumi avanzati, appartenenti alla geografia di un mondo molto più ampio. Non manca però l’interesse, da parte di taluni, per le conoscenze innovative delle scienze occidentali in tema di astronomia, del calendario, della geometria, della medicina e della meccanica.

Solo un numero piuttosto esiguo di letterati accoglie l’invito dei missionari cristiani e dei loro discepoli cinesi di aderire all’insegnamento del Signore del Cielo, in nome della comune venerazione del Cielo. Due secoli dopo, quando il mito della Cina come centro della civiltà mondiale viene meno, gli studiosi cinesi riscoprono gli scritti dei missionari, tra cui Domande e risposte sull’Occidente, come utile fonte per comprendere quell’occidente che si era prepotentemente presentato alle loro porte.

Di certo la descrizione dell’Europa non corrispondeva integralmente al vero. Non c’era affatto armonia religiosa attorno al papa né regnava ovunque concordia, né tutti vivevano convinti della religione e delle virtù cristiane. L’Europa religiosa era dilaniata dalla rivolta protestante; le nazioni in conflitto per la Guerra dei Trent’anni e, proprio nel 1637, Cartesio pubblicava il Discorso sul metodo, introducendo il dubbio assoluto (ma, almeno questo, Aleni non lo poteva sapere).

L’Europa descritta da Aleni ricalca l’idealizzazione religiosa di un uomo che ha consacrato la sua vita ad una causa in cui ha fortemente creduto. Aleni propone un’Europa come dovrebbe essere piuttosto per come era davvero; un’Europa corrispondente al suo idealismo giovanile, quando la lasciò per la missione nelle Indie orientali.

Aleni aveva inoltre l’obiettivo della credibilità del suo messaggio religioso, che era lo scopo ultimo della sua presenza in Cina. La narrazione ideale aveva uno scopo missionario: Aleni, come tutti i missionari gesuiti, doveva accreditare la sua credibilità, descrivendo un sistema ideale e compiuto. Rimane il fatto che Aleni contribuì in modo significativo alla produzione di saperi nella Cina del Tardo periodo Ming. Egli comunicò ai lettori cinesi cose nuove: informazioni culturali, geografiche, economiche, alimentari, sanitarie, scientifiche, descrizioni di luoghi, popoli, fauna e flora. Creò cosi un ponte, una rete di conoscenze tra Cina e Europa di grande significato interculturale.