Nel maggio 2017 il mondo scoprì che Marawi – popolosa città islamica delle Filippine – era caduta in mano a milizie locali islamiste che l’avevano proclamata capitale dello Stato islamico nel Sud-Est asiatico. Tre anni dopo il cuore della città giace ancora in macerie con 120 mila sfollati. Il vescovo Edwin De la Peña: «Ci hanno abbandonati nel retrobottega della storia»
Nella città del sud delle Filippine che un anno fa l’Isis voleva trasformare nella sua roccaforte in Asia cristiani e musulmani affrontano insieme la sfida della ricostruzione. Ma restano tuttora più di 230 mila sfollati
Viaggio nella città dove dal 23 maggio l’esercito filippino combatte i gruppi legati allo Stato islamico che sognavano di farne la loro capitale nel sud-est asiatico. Una crisi specchio delle troppe contraddizioni di Mindanao. Ma dove si incontrano anche tanti “operatori di pace” che sul campo lavorano sull’emergenza aiutando a stemperare le tensioni
È passato un mese da quando il presidente Duterte ha proclamato legge marziale a Mindanao. Un operatore umanitario evidenzia i rischi di questa situazione, mentre continuano i combattimenti nella città di Marawi assediata dagli islamisti.
Il presidente Joko Widodo ha dichiarato guerra ai gruppi radicali sospettati di connivenza con il terrorismo. Anche per l’allarme creato dalla situazione fuori controllo di Marawi, nel Sud delle Filippine