Le sfide aperte del Mediterraneo

Le sfide aperte del Mediterraneo

Migrazioni, conflitti, emergenza ambientale e libertà di espressione: esperti e testimoni a confronto nell’incontro internazionale organizzato dalla ong Coe

Migrazioni, conflitti, incontri tra fedi che a volte si fanno incandescenti e tuttavia rappresentano una sfida che non possiamo permetterci di perdere. E ancora il grande tema dei diritti e l’emergenza ambientale: l’area mediterranea incarna oggi le questioni più cruciali che il nostro tempo si trova ad affrontare. Lo hanno ben presente i vescovi della regione che l’anno prossimo si incontreranno a Bari – visitati anche da Papa Francesco – per un evento di cinque giorni dedicato proprio a “Mediterraneo, frontiera di pace”. È dunque particolarmente interessante la proposta che l’associazione Centro orientamento educativo – COE torna a lanciare, per la terza edizione, con la sua Agorà del Mediterraneo, in programma da venerdì 28 a domenica 30 giugno, e che accoglierà a Barzio (Lecco), esperti, giornalisti, attivisti e testimoni internazionali.

L’iniziativa, che vede la direzione scientifica della giornalista di Mondo e Missione Chiara Zappa, punta ad essere una full immersion tra cultura e geopolitica, attualità e religione, testimonianze e dibattiti. Quest’anno si spazierà  dall’Iraq alla Bosnia, dalla Siria alla Libia, dalla Spagna alla Turchia. Partendo – sulla spinta dell’attualità – da una riflessione sull’avanzata dei sovranismi e dei populismi. Il difficile equilibrio tra difesa delle identità locali e tentazioni nazionaliste sarà al centro dell’intervento dell’europarlamentare Brando Benifei, che andrà dalla questione catalana al modello identitario “per esclusione” dell’Ungheria, mentre ci sarà spazio per la riflessione su due casi scottanti: quello dell’islam balcanico, affrontato dalla giornalista bosniaca Azra Nuhefendić, e l’ombra inquietante di un nuovo antisemitismo, delineata da Davide Riccardo Romano della sinagoga Beth Shlomo di Milano.

Un tema di particolare attualità è quello scelto per la tavola rotonda aperta al pubblico, dedicata alle minacce alla libertà d’informazione e di espressione.
«È sotto gli occhi di tutti quanto il diritto a informare e ad essere informati, nell’area mediterranea, stia subendo dei colpi sempre più duri, sulla scia dei conflitti, delle rivoluzioni represse, del consolidamento di regimi autoritari», spiegano gli organizzatori. Ma «raccontare i fatti senza condizionamenti è oggi rischioso anche alle nostre latitudini, come dimostrano i casi di reporter che hanno pagato con la vita la ricerca della verità e le vicende di giornalisti intimiditi dalla criminalità organizzata o dalla galassia neonazista». Senza contare i recenti, gravissimi, episodi di cronaca italiana che hanno visto semplici cittadini aggrediti per aver espresso le proprie opinioni. A confrontarsi sull’argomento saranno il giornalista libico Farid Adly, la giornalista italo-siriana Susan Dabbous, l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari e la reporter turca Fazila Mat.

Un’occasione preziosa è il focus sull’Iraq (domenica 30 giugno), con la testimonianza dell’arcivescovo di Baghdad monsignor Jean Sleiman, che racconterà la difficile rinascita dei villaggi cristiani in Iraq dopo l’Isis. Un incontro che assume un significato speciale dopo l’annuncio di Papa Francesco sulla sua intenzione di visitare, nel 2020, proprio il tormentato Paese mediorientale. A inquadrare l’intervento di monsignor Sleiman il ricercatore Andrea Plebani e monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale dell’Arcidiocesi di Milano, che poi concelebrerà la Messa insieme a monsignor Sleiman.

Non poteva mancare uno spazio per parlare di migrazioni, fenomeno epocale strumentalizzato da un dibattito politico raramente all’altezza della sfida. Mentre assistiamo all’ennesimo drammatico braccio di ferro sulla pelle di disperati a cui è impedito di approdare alle coste della “Fortezza Europa”, si è scelto di dare spazio alle storie di semplici cittadini che hanno deciso di aprire le porte delle loro case: tra le testimonianze quella di Nicoletta Ferrara, che racconterà l’esperienza della sua famiglia, premiata dal presidente Sergio Mattarella (e condivisa nel libro A casa nostra. I nuovi ragazzi della famiglia Calò, edito da Emi) . Ma si parlerà anche delle esperienze di co-housing tra giovani italiani e stranieri promosse da Refugees Welcome.

I panel tematici apriranno, tra l’altro, una finestra sull’ambiente: Simone Nuglio di Legambiente parlerà con lo scrittore Dino Ticli della minaccia delle microplastiche nel Mare di Mezzo. E poi testimonianze dalla Siria, il cui martirio sembra non dover mai finire, e dall’Afghanistan, nel centenario dell’indipendenza. Nel corso delle giornate residenziali – a cui è possibile partecipare anche limitandosi a singoli momenti – ci sarà anche spazio per il cinema (con la proiezione del film Une saison en France del pluripremiato regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun), la musica – sabato 29 in programma il concerto del musicista libanese Ghazi Makhoul, cantante e virtuoso liuto arabo – e anche i sapori mediterranei, grazie al contributo dell’esperta di cucina e cultura araba Joan Rundo.

Novità del 2019 l’evento collaterale di Agorà del Mediterraneo: la mostra fotografica Mediterraneo sacro, con gli scatti di Davide Pagliarini, frutto di una lunga ricerca sulle espressioni, esplicite o implicite, del sentimento del sacro intorno alle coste del Mare Nostrum. Suggestive immagini di un viaggio dalla Grecia all’Italia, dalla Corsica al Portogallo, visitabili negli spazi della Torre Viscontea, nel centro storico di Lecco. Inaugurazione venerdì 21 giugno alle 18.30.

Per tutte le informazioni e per iscrizioni alla tre giorni: www.coeweb.org o tel. 339.5335242.