Argentina, protocollo anti-Covid per i «cartoneros»

Argentina, protocollo anti-Covid per i «cartoneros»

Nel Paese dell’America Latina dove oggi il Coronavirus sta avanzando in maniera più preoccupante, le associazioni dei poveri che si guadagnano da vivere riciclando gli scarti hanno ottenuto dal governo uno speciale protocollo per tutelare anche il loro lavoro

 

Nella lunghissima Via Crucis del Coronavirus in America Latina oggi ora è l’Argentina il Paese dove il virus sta avanzando in maniera più preoccupante. Da alcune settimane è diventato a livello globale il Paese con il maggior numero di vittime da infezione da Covid-19 in rapporto alla popolazione: 5,7 morti ogni 100.000 abitanti nei soli ultimi 7 giorni (il doppio del Brasile, il triplo degli Stati Uniti). Oggi poi è arrivata la notizia che la provincia di Buenos Aires ha rivisto il numero delle sue vittime, aggiungendone altre 3500 che non erano state registrate. Il che significa che anche l’Argentina è ormai vicina alla soglia dei 20.000 morti causa Coronavirus.

Dentro a questa grande sofferenza a livello nazionale c’è però una storia particolare da raccontare: quella dell’impatto che il Covid-19 sta avendo sui cartoneros – i raccoglitori di cartone (e di altri scarti), una delle attività più diffuse tra i poveri di Buenos Aires e di altre città dell’America Latina per sbarcare il lunario. Di loro ha parlato spesso anche Papa Francesco, che ha indicato più volte le loro associazioni come un esempio di quei «movimenti popolari» in cui i poveri, gli scartati, si organizzano per cominciare dal basso a costruire una società più giusta e rispettosa della «casa comune».

L’emergenza Coronavirus sta rappresentando una dura prova per i cartoneros; perché nel distanziamento sociale e nei lockdown – che anche in Argentina si susseguono ormai da marzo – la loro attività è finita nel mirino. Nelle realtà locali molti sindaci l’hanno completamente vietata, privando così queste persone dell’unica loro fonte di sostentamento ma anche le città di un servizio che tutela l’ambiente. Contro queste ordinanze si è battuta la Federación Argentina de Cartoneros, Carreros y Recicladores (FACCyR) che ha ottenuto un risultato importante: l’approvazione di un protocollo stilato insieme ai ministeri della Salute, Ambiente e Sviluppo sostenibile e Scienza che riconosce il lavoro dei cartoneros come un servizio essenziale e allo stesso tempo fissa regole a tutela della loro salute.

«A partire dalla pandemia da Covid-19, c’è stata un’interruzione nel circuito del riciclaggio, che ha avuto un impatto considerevole sul settore e sui suoi lavoratori», si legge nel protocollo che offre diverse raccomandazioni ai riciclatori su come riprendere gradualmente la propria attività. Nel protocollo sono comprese la raccolta porta a porta, il ritiro dei materiali direttamente dai grandi produttori, la differenziazione e il conferimento dei rifiuti negli impianti, mentre non sono invece comprese le attività di riciclaggio industriale.

«Questo strumento ci aiuterà con i Comuni che hanno vietato l’attività da marzo a causa della pandemia – commenta la FACCyR -. Vogliamo che capiscano che il nostro è un servizio essenziale e che dobbiamo poterlo svolgere con adeguati strumenti di lavoro e adeguati dispositivi di protezione sanitaria».