Perù, l’unico Paese che non vaccina gli anziani

Perù, l’unico Paese che non vaccina gli anziani

A Lima è arrivato il vaccino cinese Sinopharm ma il piano vaccinale locale a differenza di quanto accade nel resto del mondo non mette al primo posto gli anziani. Al contrario viene data priorità alle forze di sicurezza

Pochi giorni fa, l’arrivo dell’aereo con i primi vaccini contro il Covid-19 è stato accolto da molti Peruviani con un’allegria simile alle visite dei Papi, dal Presidente Francisco Sagasti e da migliaia di soldati e poliziotti. La gente guardava la tv con grande speranza, quella che il vaccino possa finalmente porre fine alla malattia che ha causato tante morti. Molto presto, l’atmosfera é diventata pessimista. Il numero di vittime continua a crescere­ e ha raggiunto i numeri della prima ondata. Si pensa che i vaccini non riusciranno a fermare la pandemia perché in Perù non si vaccinano quelli che hanno più bisogno: gli anziani e le persone con comorbilità. Il governo peruviano é l’unico in America Latina e probabilmente al mondo che non li considera priorità e li rimanda per la “seconda fase” che incomincerà a maggio o giugno.

La fase 1 é per medici, infermieri, studenti di medicina e altri operatori sanitari, compresi quelli amministrativi e un grande gruppo è costituito da chi lavora per la sicurezza come soldati, poliziotti, vigili urbani (serenos), ma anche gli addetti alle pulizie.

Il vaccino sembra un premio per chi appartiene a certi gruppi dello stato peruviano soprattutto collegati alla sicurezza, come se fosse una divisa o una pistola. La scelta é coerente con la visione dello stato sulla pandemia, percepita più come un problema di sicurezza dove la priorità è controllare i cittadini perché rimangano rinchiusi nelle loro case e non osino lavorare, anche se molti non sanno come procurarsi da mangiare.

Nei mesi peggiori, l’allora Presidente Martín Vizcarra insisteva che con la disciplina il Covid-19 sarebbe stato sconfitto e che poliziotti e militari ci proteggevano dai “peruviani irresponsabili” ritenuti complici del nemico, complici del virus. Molte persone accettarono queste azioni: a differenza di altri Paesi, in Perù la gente non usciva alle 20 alle finestre per applaudire i medici ma i poliziotti, i protettori di cui parlava orgoglioso Vizcarra come quelli che ci avrebbero aiutato a vincere la “guerra”. E nella guerra contro il Covid le forze di sicurezza hanno agito come un esercito di occupazione, con grande sofferenza per la gente. Abbiamo vissuto mesi con carri armati che invadevano le strade, coprifuoco alle 4 del pomeriggio o alle 6, decine di migliaia di persone arrestate. I poliziotti entravano in una casa se si sentiva musica a un volume un po’alto o se in famiglia si prendeva una birra e i “criminali che mettevano in pericolo la società” venivano portati in commissariato. La morte di 12 ragazze e di un giovane in una discoteca del nord di Lima mostra come i poliziotti non sapevano come agire, facendo più danno che beneficio e, intanto, il Covid si diffondeva. In questo contesto autoritario, il vaccino é il premio logico ai “protettori della società”. Non é stato considerato, però, che tali protettori erano normalmente in buona condizioni di salute. Infatti, i militari morti per il Covid sono stati meno di 300, mentre le persone anziane più di 35,000.

L’attitudine del governo é stata completamente diversa nei confronti degli anziani. Vizcarra ha deciso di rinchiuderli in maniera permanente. Secondo lui, un anziano non aveva diritto di uscire di casa, di vedere i propri figli, di parlare con amici o di andare al parco. Vizcarra ha chiuso gli ospedali, i pronti soccorsi, le cliniche private e ha fermato le terapie. Di conseguenza, con la solitudine e l’abbandono, molti sono morti non di Covid, ma di depressione, isolamento e a causa di altre malattie. Soltanto sette mesi dopo l’inizio della pandemia, Vizcarra diede il permesso alle persone di età maggiore di 65 anni di uscire di casa, ma molti avevano già sofferto tanto. E’ importante sottolineare che il severo lockdown a loro imposto era stato accettato da molti, che vedevano gli anziani come bambini o handicappati.

A novembre, il paese ha attraversato una crisi politica: i parlamentari opposti a Vizcarra trovarono un pretesto per fargli un impeachment e ne prese il posto Manuel Merino, Presidente del Congresso.  Le proteste della popolazione contro questa decisione portarono, dopo appena quattro giorni, alle sue dimissioni e fu nominato come Presidente del Perù Francisco Sagasti, un congressista di 78 anni. Il suo grande sbaglio, però, fu di continuare con Pilaz Mazzetti come ministra della Salute. Al tempo di Vizcarra era stata lei a scegliere i vaccini contro il Covid-19. Mazzetti approvò l’arrivo del vaccino cinese Sinopharm e un “cronogramma di vaccinazione” irragionevole, dove gli anziani appaiono nella fase 2, dopo i medici, gli infermieri, le forze di sicurezza e, addirittura, anche dopo gli scrutatori dei seggi elettorali. Questo é stato uno degli aspetti più curiosi: Mazzetti ha, infatti, deciso che gli scrutatori delle prossime elezioni presidenziali del 11 aprile saranno vaccinati, nonostante siano minori di 60 anni e il loro unico compito sarà soltanto quello di stare seduti alcune ore e contare i voti.  Lo stesso giorno ci saranno elezioni in Cile e in Ecuador ma in questi paesi non è prevista la vaccinazione per gli scrutatori.

La settimana scorsa è scoppiato uno scandalo, quando si é scoperto che Mazzetti e Vizcarra sono stati vaccinati di nascosto insieme ad altre figure. Mazzetti si é dimessa e adesso é sotto inchiesta, ma il nuovo ministro della Salute, Oscar Ugarte, ha deciso di mantenere il cronogramma di vaccinazione.

Dato che le persone anziane non stanno ricevendo il  vaccino, continuano ad ammalarsi, andare in ospedale e morire. Sarebbe importante vaccinare gli anziani anche per evitare il collasso dei servizi ospedalieri e garantire l’attenzione ad altre malattie. Ogni giorno ne muoiono fra i 140 e i 180. Se il governo aspetta fino giugno o luglio, ne moriranno altri 15-20mila. In molti Paesi le persone anziane sono state considerate meno importanti e molti ospedali non volevano nemmeno riceverli. Si diceva che erano vittime della società dello scarto. Molte persone pensano che, dato che non lavorano e non producono, sono più un peso per l’economia. Ma il Perù é l’unico Paese che addirittura ha disposto di non vaccinarli. Una terribile irresponsabilità.

 

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