Padre Daniele Mazza, cavaliere della Repubblica

Padre Daniele Mazza, cavaliere della Repubblica

«Una visita intensa e molto toccante». Sono le parole dell’ambasciatore italiano in Thailandia, Lorenzo Galanti, dopo essere stato nella parrocchia del Pime alla periferia di Bangkok. Pochi giorni prima, aveva consegnato il diploma e le insegne di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia a padre Daniele Mazza
È rimasto molto impressionaro l’ambasciatore Galanti in visita alla parrocchia di Our Lady of Mercy di Pak Kret, dove «i missionari del Pime compiono un’opera straordinaria per i bambini e ragazzi disabili della Casa degli Angeli e per i bambini orfani e abbandonati». L’ambasciatore ha ringraziato perticolarmente per l’accoglienza il parroco, padre Claudio Corti e padre Daniele Mazza al quale, pochi giorni prima aveva consegnato il diploma e le insegne di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, alta onorificenza conferitagli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su segnalazione della stessa ambasciata.
«Padre Daniele – ha sottolineato l’ambasciatore – aiuta da anni i più bisognosi prima nelle Filippine e poi in Thailandia e ha spesso dato un prezioso aiuto a cittadini italiani in difficoltà. È un esperto di buddhismo Theravada, avendo conseguito un master alla Mahachulalongkornrajavidyalaya University e opera quotidianamente per il dialogo interreligioso».
«L’onorificenza – continua l’ambasciatore – rappresenta un alto riconoscimento per i cittadini italiani che abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia. La sua attività instancabile a tutela delle fasce più vulnerabili dei nostri connazionali presenti in Thailandia, oltre che in aiuto delle popolazioni locali, costituisce un merito che con questa onorificenza viene riconosciuto al più alto livello».
«È con tanta gioia e con un profondo senso di gratitudine che ricevo questa onoreficenza – dice felice e commosso padre Daniele Mazza -. Innanzitutto sento di dover ringraziare il Signore: per noi missionari è Lui che chiama; è Lui che ci invita a lasciare la nostra terra, le nostre sicurezze, per condividere il dono della fede e farci compagni di viaggio di tutti quelli che incontriamo sul nostro cammino. Tutti: nessuno escluso! Compagni di viaggio soprattutto dei più poveri e di quelli che, per tanti motivi, hanno smarrito la strada».
Il ringraziamento di padre Daniele abbraccia anche il Pime e i suoi confratelli presenti in Thailandia, in particolare padre Adriano Pelosin con sui ha mosso i miei primi passi nelle baraccopoli della capitale, nei centri di detenzione per minori e nelle prigioni thailandesi. «Il bene che ciascuno di noi fa – sottolinea il missionario – non sarebbe mai possibile se non fossimo sostenuti anche da amicizie vere, da amici che ci fanno ridere, che ci incoraggiano, che pregano per noi, che ci rimettono con i piedi per terra e con cui possiamo condividere sogni e speranze».
Per l’occasione, padre Mazza ha ringraziato anche Giovanni Poggiani e Michele Greco con cui ha condiviso l’impegno di visitare i detenuti italiani in Thailandia. «Due persone a dir poco speciali – li ricorda -, capaci di vedere come i detenuti abbiano bisogno non solo di attenzioni legali ma anche di un accompagnamento spirituale e di qualcuno che ricordi loro quanta bellezza e quanta capacità di bene ci sia ancora nel cuore di ciascuno. Qualcuno che li aiuti a vedersi dentro
con lo stesso sguardo con cui ci guarda e ci ama Dio».
Infine, un pensiero riconoscente non poteva non andare al presidente Sergio Mattarella, che – ricorda padre Mazza – nel suo messaggio alla Conferenza dei
missionari italiani nel mondo, tenutasi a Roma il 28 ottobre 2021, aveva espresso la riconoscienza delle Istituzioni per il lavoro svolto da tutti i missionari italiani all’estero, dicendo tra l’altro che «l’azione missionaria si ispira ai valori più nobili: l’altruismo, la solidarietà, l’amore per il prossimo. Tali sentimenti alimentano, anche nella promozione del dialogo e della pace tra i popoli, la nostra stessa identità nazionale e si ispirano ai principi della costituzione».
«È vero! – conferma padre Daniele – Ed è per questo che il nostro lavoro missionario diventa anche un modo concreto attraverso cui, come cittadini italiani, cerchiamo di contribuire al bene comune».