«Haiti, il mio quartiere nelle mani della guerra tra bande»

«Haiti, il mio quartiere nelle mani della guerra tra bande»

Dall’isola caraibica la drammatica testimonianza del missionario laico Maurizio Barcaro, anima della Fondazione Lakay Mwen, costretto a rifugiarsi a Santo Domingo dopo che la zona in cui promuove i suoi progetti è stata di fatto conquistata da un grande gruppo criminale. «L’Ucraina giustamente è al centro dell’attenzione, ma ci sono situazioni delicate anche in altre nazioni su cui la comunità internazionale tace»

 

Dimenticata dal mondo Haiti sta vivendo nuove ore drammatiche. La testimonianza che pubblichiamo qui sotto è una lettera inviata in queste ore da Maurizio Barcaro, missionario laico con cui la Fondazione Pime collabora attraverso il sostegno a distanza per i suoi progetti promossi da tanti anni con la Fondazione Lakay Mwen in questo Paese dei Caraibi da decenni in ginocchio per la drammatica combinazione tra povertà, corruzione, violenza e calamità naturali. Nella lettera Maurizio racconta di essersi dovuto spostare per ragioni di sicurezza a Santo Domingo dove che il quartiere in cui la sua Fondazione opera al servizio dei ragazzi e degli anziani è stato travolto in questi ultimi giorni dall’attacco di una banda criminale che di fatto ne ha assunto totalmente il controllo, seminando paura tra la gente. 

Cari amici,
vi scrivo per aggiornarvi su una situazione di emergenza che stiamo vivendo una volta di più qui in Haiti. Domenica 24 aprile, alle 4 del mattino la famigerata banda dei 400 mawoso ha lanciato un’attacco nella zona dei La Plaine per occuparla.

Le aree di Clercine, Croix-des-Bouquets, Santo, Shada, Marin (la nostra) e altre sono state attaccate contemporaneamente. Per arginare gli attacchi dei 400 mawoso, diverse bande delle zone sopracitate capitanate da un certo Chien Mechan (“cane cattivo”) si sono unite e da allora continua questa guerriglia urbana. Nei primi giorni dell’operazione, si parlava di 20 morti, decine di feriti, baracche bruciate e centinaia di sfollati.

Giorno dopo giorno scuole, negozi, banche, attività di qualsiasi tipo hanno dovuto chiudere. Tutte le strade per uscire o entrare in queste zone erano bloccate da bande di giovani armati fino ai denti e quindi le strade erano deserte. Anche noi abbiamo dovuto chiudere tutto, e rintanarci in casa. Ovviamente gli anziani sono tutti qui, ne abbiamo 27 in questo momento e grazie a Dio i nostri lavoratori, che abitano comunque vicino alla missione, vengono fedelmente ogni giorno.

È una cosa surreale sentire spari come se fossero fuochi d’artificio ogni santo giorno, ancor più surreale avere una trentina di ragazzotti armati che si presentano al portone per chiedere pallottole, armi o soldi… Siccome la missione e situata in una stradina secondaria, diverse volte 30-40 giovani arrivavano in moto, tutti mascherati e armati e poi si toglievano la maschera, tiravano un sospiro, sorseggiavano del cleren (liquore locale) asciugavano il sudore, parlavano animatamente e dopo una decina di minuti se ne andavano. Tutti giovani dei quartieri circostanti e un paio anche ex studenti delle nostre scuole.

Dalla casa ogni giorno dal primo maggio passavano famiglie con borse, scatoloni, valigie e bambini al seguito. Famiglie che stavano scappando dalla zona per paura delle rappresaglie di questi 400 mawoso che hanno la fama di essere ‘cattivi’ perché picchiano, violentano, bruciano baracche e prendono tutto. Roba alla Attila, sembra.

Finalmente ci fu un’intervento della polizia la notte di venerdì 29 fino al mattino. Subito dopo si parlò di decine di banditi uccisi, altri catturati ma presi poi dalla folla inferocita e linciati. Scene Dantesche immagino. Tutto questo, invece di frenare questi banditi, li ha inferociti ancora di più e nei due giorni successivi continuarono ad attaccare zone anche molto vicine alla missione con più veemenza. Scontate le carovane di decine di famiglie che impaurite abbandonavano le loro baracche e con quattro poveri averi scappavano in zone di provincia al nord del Paese.

Da domenica 1 maggio le cose sembravano degenerare ancora di più. Non nascondo che da giorni volevo andarmene da qualche parte anch’io, non volevo certo coinvolgere la Farnesina (sorriso sarcastico) in quanto sta accadendo, ma le strade erano tutte bloccate ed era impossibile lasciare la casa. Ieri, mercoledì 4 Maggio, i miei ragazzi sono andati in giro presto al mattino per vedere se c’era qualche apertura per passare. Wilnick, il mio braccio sinistro, tornò dopo una mezz’ora e mi disse che potevamo passare. Ho raccolto in pochi minuti un po’ di roba e sono partito con loro e siamo arrivati all’aeroporto velocemente, avevo in effetti un biglietto prenotato ma senza data per andare a Santo Domingo ed è da là che vi sto scrivendo.

Appena possibile tornerò alla missione ma nel frattempo ho riflettuto a lungo e ci sono delle problematiche che dovremo affrontare appena si tornerà alla “normalità”:

  • Le famiglie torneranno spossate da questa prova e con tutta probabilità avranno perso molte cose. Speriamo di poter aiutare.
  • Tantissimi bambini delle scuole sono sicuramente partiti con la famiglia per andare a prendere rifugio da qualche parte. Non ho idea di dove siano o di quando torneranno.
  • Ho paura che le scuole non potranno riaprire poi così presto e probabilmente, visto che siamo quasi alla fine dell’anno scolastico, la maggior parte dei bambini non avrà la media per essere promosso…..vediamo che fare
  • Mancheranno foto di bambini per gli adottanti, non so ancora quanti mancheranno all’appello
  • Per il Pime di Milano chiedo scusa ai sostenitori ma non siamo ancora riusciti a fare gli aggiornamenti e probabilmente non riuscirò a inviarli entro breve. In una situazione come questa e impossibile andare a cercare I bambini.
  • Abbiamo ancora in programma la costruzione di due scuole e una ventina di casette al sud di Haiti e per questo non ci saranno problemi ma non mi sbilancio sui tempi ora.

Penso anche a quale sia la vera ragione per la quale queste bande si scannano per zone dove apparentemente abbonda solo spazzatura e miseria. Penso che forse ci sono anche interessi politici dietro. Penso a come è possibile che un governo lasci cadere lentamente tutto un Paese nelle mani di banditi e penso anche a come fanno ad avere così tante armi potenti. Si può pensare a tante cose ma la realtà è che ora siamo in un periodo di vera e propria anarchia e non è possibile vivere in tale clima. Ovviamente la notizia maggiore resta quella della Guerra in Ucraina, ma ci sono situazioni molto delicate anche in altre nazioni. La comunità internazionale è pressoché silenziosa sulla situazione in Haiti, ho le mie idee sulle ragioni ma le scriverò da qualche parte dove non saranno censurate o potrebbero ‘disturbare’ l’opinione di qualcuno.

La Fondazione Lakay Mwen è passata attraverso tante prove in Haiti e anche se questa volta la pressione degli avvenimenti è enorme, passerà anche questa.  Cari sostenitori, vi prego di aver pazienza se non riusciremo a presentare la ‘normale documentazione’ nei mesi a venire. Penso che avete capito che la situazione richiede pazienza ed elasticità. Famiglie stanno perdendo molto in questo tempo difficile ma se perdono anche il vostro sostegno allora sarebbe veramente tragico.

Per favore pregate o dedicate pensieri positivi per questa terra che sembra non conoscere mai pace.

A presto, Maurizio