Il prossimo 18 giugno una celebrazione ricorderà i primi cento anni di presenza del Pime in terra veneta. Una storia ricca da cui ripartire per immaginare il futuro, come raccontano il rettore padre Ferdinand Kouadio e gli altri membri della comunità
Quattro suore africane hanno ridato vita a un monastero fondato nel 1931 da un francescano francese nel Villaggio berbero di Tazert, che soffre per l’isolamento e l’arretratezza: «Siamo un’oasi di accoglienza e dialogo», raccontano. «La nostra Pasqua? Poche ma gioiose, come le donne davanti al sepolcro vuoto di Gesù!»
Il conflitto in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle i prezzi delle materie prime, già gonfiati da pandemia e crisi energetica. Una tempesta perfetta che minaccia la sicurezza alimentare in vaste aree, dall’Africa al Medio Oriente
Papa Francesco sta ricevendo in Vaticano le popolazioni métis e inuit vittime dell’assimilazione forzata nelle «residential school». Una tappa importante in un percorso di verità e riconciliazione, che si nutre anche di gesti quotidiani. Come quelli che racconta don Francesco Voltaggio, sacerdote romano che ha vissuto per un anno con queste popolazioni nello Yukon
Dopo i disordini di gennaio i riflettori sull’area si sono spenti. «Ma la violenza ha aggravato le diseguaglianze», dice padre Guido Trezzani, nel paese da 26 anni
Il sacerdote romano don Francesco Voltaggio ha trascorso quasi un anno nel grande Nord del Canada, condividendo la vita delle comunità indigene che Papa Francesco vuole visitare e che incontrerà in vaticano, nel contesto del cammino di riconciliazione
A sedici anni lasciò l’Albania in cerca di un futuro in Italia, oggi guida l’arcidiocesi della capitale: «Furono i nonni a trasmettermi il seme della fede sotto il comunismo», racconta monsignor Arjan Dodaj, pastore di una chiesa che sta rinascendo
Dopo vent’anni di occupazione, il Paese è tornato nella morsa dei talebani. In un libro Farhad Bitani, ex militare e oggi educatore, spiega che cosa è andato storto: «Si è pensato che bastasse nominare una donna ministro, o giudice, per dire che a Kabul soffiava un’aria nuova. Ci vuol altro per incidere sulla cultura di un popolo. E non si può farlo con la forza». Ne parleremo con lui mercoledì 23 febbraio alle 18,30 in un incontro al Centro Pime di Milano