Il Papa annuncia che aprirà la Porta Santa del Giubileo della Misericordia a Bangui. Intanto, dalla capitale centrafricana, arriva un appello-denuncia dei comboniani, la cui parrocchia è stata nuovamente assaltata
Sarà un vero miracolo se Papa Francesco riuscirà ad andarci. Perché il Centrafrica è tutt’altro che riconciliato. E tra nuovi venti di guerra, la gente chiede al Santo Padre un altro miracolo: la pace
Due Paesi-simbolo di un’Africa dinamica e in crescita, ma che si porta dietro vecchi e nuovi drammi. Kenya e Uganda sono le prime due tappe del viaggio di Papa Francesco nel continente africano. Che attende soprattutto parole di speranza
Unire il paese è la sfida per il presidente Ouattara, riconfermato con percentuali altissime (83%) da elettori mossi dal desiderio di pace. Un compito al quale anche la Chiesa, col Giubileo della Misericordia alle porte, può contribuire.
Il paese torna alle urne per le presidenziali, cinque anni dopo il voto del 2010 e la guerra civile con 3.000 morti. Preoccupano soprattutto il rischio di nuove tensioni e il futuro dei giovani.
L’appello di un sacerdote centrafricano, che – a un mese dall’annunicato viaggio del Papa – invita i responsabili cattolici, protestanti e musulmani della piattaforma interreligiosa a un impegno più vicino alla gente. Di profezia e di denuncia