Mentre scorrono le immagini della preghiera muscolare di Erdogan a Santa Sofia il pensiero va a uno dei luoghi più nascosti di Gerusalemme. Che in Saint Helena Road racconta la storia del giorno in cui il califfo Omar – il conquistatore – scelse per rispetto dei cristiani di non entrare al Santo Sepolcro
L’amministratore apostolico del patriarcato latino di Gerusalemme all’indomani della presentazione del piano di Trump: «La nostra società è sempre stata culturalmente e religiosamente pluriforme. Eppure oggi assistiamo al rifiuto a riconoscere questa diversità, dove ciascuno ha la sua dignità e i suoi diritti»
L’Assemblea degli Ordinari cattolici della Terra Santa di fronte alle violenze di queste ore: «Non c’è ragione per impedire al Gerusalemme di essere la capitale di Israele e della Palestina, ma ci si potrà giungere solo attraverso il negoziato e il rispetto reciproco». Mons. Pizzaballa: sabato digiuno e preghiera per la pace nella giustizia a Gerusalemme
I popoli giunti da lontano guidati da una stella oggi in Terra Santa hanno il volto dei figli degli immigrati; bambini asiatici e africani che per la legge israeliana non dovrebbero esserci, per i palestinesi semplicemente non esistono ma sentono anche loro Gerusalemme come propria. Viaggio a Casa Rachele, dove ci si prende cura di loro
I figli di lavoratori immigrati e di richiedenti asilo vivono nella Città Santa senza alcuna tutela. Ma parlano ebraico e si sentono parte di Israele. L’esperienza di accoglienza di Casa Rachele
Tra i tanti appelli di queste ore che il presidente americano Donald Trump non ha ascoltato riconoscendo Gerusalemme capitale di Israele senza prima un accordo di pace, il più toccante è quelle delle 600 famiglie del Parents Circle, l’associazione che riunisce le famiglie delle vittime tanto israeliane quanto palestinesi del conflitto
È sparita subito dai notiziari, ma la crisi alla Spianata delle Moschee innescata dall’attacco di venerdì non è affatto conclusa. E tira una bruttissima aria in queste ore a Gerusalemme