Il clima politico di Hong Kong è sempre più simile a quello della Cina: criticare le autorità è diventato un reato. Da oggi in avanti siamo in un territorio nuovo, sconosciuto e, temiamo, molto pericoloso
Nel vertice Cina-Africa il governo di Pechino ha annunciato l’intenzione di cancellare i debiti in scadenza a fine anno concessi ai Paesi a basso reddito. Si tratta di una misura che si inserisce nel programma annunciato dal G20. Ma – come spiega l’economista Riccardo Moro – «Pechino, con i suoi prestiti facili per interessi politici, ha avute grosse responsabilità nel riacutizzarsi del problema. Che ora invece va affrontato in termini di sviluppo vero»
Anche dopo la Sars – nel 2003 – Pechino cercò invano di introdurre una «legge sulla sicurezza nazionale» che imbavaglierebbe la democrazia a Hong Kong. Oggi Xi Jinping sta cercando di svuotare di poteri il Parlamento locale, dove a settembre l’opposizione avrà la maggioranza. E Carrie Lam dice che collaborerà all’implementazione della legge
Per la dirigenza cinese è essenziale manovrare per prevenire il crollo di un regime che aprirebbe le porte alla fuga di milioni di nordcoreani entro i confini cinesi, con un potenziale effetto destabilizzante
Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della città – in programma domenica 4 – l’analisi di Lee Cheuk-yan, leader storico del movimento democratico. «Pechino ha fatto solo promesse. A questo punto la mia generazione si sente dire dai giovani che ha fallito e non sta assicurando a Hong Kong un futuro di prosperità e di libertà»
Se diritti umani e libertà religiosa restano ancora una chimera, la Cina scricchiola pure sul versante economico e ambientale. Eppure continua a “conquistare” il mondo, anche culturalmente