Sono già quasi 380 mila, ma potrebbero superare i 600 mila i profughi sudanesi che si stanno riversando nel vicino Ciad. La testimonianza di fratel Fabio Mussi, missionario del Pime, di ritorno da una visita nei campi: «Continueremo nel nostro impegno umano e cristiano in favore di queste nostre sorelle e fratelli che sono in una situazione di grandissima difficoltà». Ma serve l’aiuto di tutti…
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, l’Unhcr ha reso noto i dati più recenti che raccontano di un mondo dove sempre più persone sono costrette a lasciare le loro terre. L’ultimo scenario di guerra, quello del Sudan, vede impegnato anche il Pime nell’accoglienza dei profughi fuggiti in Ciad
L’ennesimo conflitto scoppiato a metà aprile ha provocato moltissimi morti e costretto centinaia di migliaia di persone alla fuga, aggravando una situazione umanitaria già critica. Il Pime in prima linea per i profughi sudanesi in Ciad
Secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa 860 mila persone starebbero per lasciare il Paese: la maggior parte sono sudanesi, ma moltissimi altri sono, a loro volta, rifugiati che si erano riversati in Sudan in fuga da Eritrea, Etiopia, Siria, Yemen e Sud Sudan
Anche le strutture sanitarie in grande difficoltà, specialmente in Darfur, denuncia Medici senza Frontiere. L’inviato speciale Onu: «Nessuna delle due parti ha mostrato disponibilità a negoziare seriamente
Violenti scontri sono scoppiati sabato tra l’esercito e un gruppo paramilitare sostenuto pure dai russi della Wagner. Anche Papa Francesco ha invitato deporre le armi e a far prevalere il dialogo
“Fortunata Bakhita Quascè. Una donna libera contro la schiavitù”. È il titolo del libro che verrà presentato domani mattina, 25 gennaio, a Roma e che racconta la vita è a dir poco straordinaria della prima missionaria comboniana sudanese, rapita da bambina dai mercanti di schiavi e riscattata da un sacerdote, padre Geremia da Livorno